Genitore 1 e 2: Cantelmi, “no a contrapposizioni ideologiche ma l’annullamento delle differenze è una perdita”

“L’annullamento o l’appiattimento delle differenze non è un guadagno, ma una perdita”. Lo dice in un’intervista al Sir lo psichiatra Tonino Cantelmi, professore di Cyberpsicologia presso l’Università europea di Roma e presidente dell’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici (Aippc). Commentando l’annunciata sostituzione della dicitura “padre” e “madre” su moduli e documenti con “genitore 1” e “genitore 2”, afferma: “Non mi spaventa”, ma “mi preme una seria riflessione sul senso dell’essere genitori oggi”. Lo psichiatra dice “no” a contrapposizioni ideologiche, ma anche al “pregiudizio” di chi rinnega decenni di evidenze sull’importanza delle figure del padre e della madre nel percorso di crescita e di costruzione dell’identità.
Di fronte ai rischi del “pensiero unico” evocati da qualcuno, e con riferimento alle reazioni al di sopra delle righe di cui è stato fatto oggetto, per essersi detto contrario alla nuova dicitura, un sacerdote da sempre vicino agli “ultimi”, Cantelmi dice: “Non parlerei di dittatura del pensiero. Dietro questo tema credo vi sia molta sofferenza. È una questione estremamente sensibile che dobbiamo, sì, valutare tenendo sempre al centro il bene della persona, ma anche accogliendo il dolore legato a probabili esperienze passate di discriminazione, dandogli significato”.
Questo, avverte, “non è il tempo della contrapposizione, bensì dell’accoglienza, dello sforzo per comprendere e del dialogo”. Ma occorre “recuperare i tratti dell’essere genitore, gli aspetti materni e paterni in un confronto libero da aspetti ideologici e sterili contrapposizioni; non astratto ma focalizzato su aspetti concreti”.

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