Saranno presentati oggi, martedì 19 gennaio, nel webinar “Giovani del Sud, presente e futuro” (in diretta sui canali social dell’Università Cattolica e dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, dalle 17,30 alle 18,30), i dati dell’Osservatorio “Giovani Sud” dell’Istituto Giuseppe Toniolo, in collaborazione con la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale e con l’Università Cattolica.
La riflessione prenderà le mosse dalle ricerche realizzate dall’Osservatorio Sud, analizzando principalmente le due macro aree geografiche italiane ed evidenziando fattori e fenomeni per alcuni aspetti trasversali, per altri caratterizzanti la condizione giovanile nel Sud Italia. Alcuni dati saranno presentati da Francesco Del Pizzo e Stefania Leone seguendo il doppio binario che traccia, da un lato, le criticità emergenti dalla comparazione Nord-Sud, dall’altro, il potenziale di sviluppo del Sud.
Introdotta da Paola Bignardi (coordinatrice dell’Osservatorio Giovani Toniolo) e Rita Bichi (sociologa, responsabile scientifica dell’Osservatorio Giovani Sud), la discussione prevede l’intervento di Raffaele Rauty, sociologo dell’Università di Salerno, e il contributo di un cantautore, da sempre, simbolo del Mezzogiorno d’Italia Eugenio Bennato. Porterà un saluto don Francesco Asti, decano della sezione San Tommaso della Facoltà Teologica dell’Italia meridionale.
Per comprendere i progetti di vita e la visione del futuro i dati che saranno presentati partono dalle diseguaglianze strutturali profonde che penalizzano il Sud e che sono evidenziate soprattutto dai Neet: “Nel Mezzogiorno sono quasi 4 volte in più i giovani fuoriusciti dalla formazione e dal lavoro rispetto a quelli del Nord-Est (30,1% vs 9,2%) e le donne raggiungono la quota massima italiana del 33,1%” (Istat 2019). Su questa base si innesta la riflessione su una visione del lavoro che “per oltre il 90% dei giovani è centrata sulla possibilità di avere un reddito, ovvero pragmaticamente una condizione di indipendenza e la possibilità di affrontare futuro e famiglia. I giovani del Sud conservano più forte il valore del lavoro come autorealizzazione e riconoscimento sociale e un’aspirazione al successo (+10% rispetto al Nord); ne consegue minore sofferenza per la fatica e lo stress lavorativo (-12%)”. Contro la critica stereotipata a giovani meridionali ritenuti resistenti a lasciare il luogo d’origine, l’indagine mostra “più elevata propensione alla mobilità per lavoro tra i giovani del Sud, specie laureati (9,5% vs 20,5% Nord)”.