Pazienti oncologici: Policlinico Gemelli-Univ. Cattolica, troppi affetti da malnutrizione. A rischio risposta a terapie e prognosi. Servono diagnosi e trattamenti precoci

Troppi i pazienti oncologici affetti da malnutrizione. A rischio è la risposta alle terapie e la prognosi. Obiettivo prioritario diventa dunque il mantenimento di un adeguato stato nutrizionale del paziente oncologico. E per questo è importante lo screening nutrizionale precoce. Il tema viene affrontato dagli esperti della Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs–Università Cattolica in una review di recente pubblicata su “Clinical Lung Cancer” nella quale si fa il punto sulla prevalenza della malnutrizione nei pazienti con tumore del polmone (1 su 4) , sull’impatto di composizione corporea e della perdita di peso sulla sopravvivenza; inoltre si analizza l’efficacia di diversi interventi nutrizionali.
Per Emilio Bria, responsabile Uos neoplasie toraco-polmonari del Gemelli, molti di questi pazienti “presentano anche un significativo grado di malnutrizione che in genere non viene diagnosticato, né dunque trattato”, ma “può pregiudicare il buon esito delle cure oncologiche e la sopravvivenza del paziente”. Occorre “indagare sempre la presenza di segni malnutrizione nei pazienti oncologici”, sostiene Maria Cristina Mele, responsabile Uosd nutrizione avanzata in oncologia, per “intervenire tempestivamente secondo le linee guida internazionali”.
Per la diagnosi si parte da un pre-screening di malnutrizione semplicemente chiedendo al paziente: “Quanti chili ha perso negli ultimi 6 mesi? Quanto sta mangiando di meno rispetto al solito?” e si passa quindi ai questionari di screening (Nrs 2002, Must), che si compilano in 3 minuti e individuano i pazienti a rischio di malnutrizione, che vanno inviati allo specialista. Quindi si utilizzano gli esami già effettuati per la stadiazione oncologica (ad esempio, Tac addome) – per acquisire elementi ulteriori, ad esempio andando a calcolare la quantità di massa muscolare attiva del paziente. “Il parametro più importante da valutare per prevedere la risposta all’intervento chirurgico e alle terapie oncologiche sistemiche è la riduzione della massa muscolare, che si correla con la sopravvivenza”, spiega ancora Mele. Di qui l’importanza, prima dell’inizio della chemioterapia, di una “pre-abilitazione” seguendo il paziente con una dieta personalizzata, coadiuvata da alimenti a fini medici per garantire l’apporto proteico e la quota energetica. Cibi con gusti “neutri”  e molto concentrati dal punto di vista energetico e proteico. Importante mantenere in buona salute anche il microbiota intestinale per mantenere l’immunomodulazione.

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