Crisi di governo in Estonia e dimissioni del premier Jüri Ratas questa mattina all’alba a seguito di uno scandalo di corruzione che coinvolge il Partito di Centro di cui Ratas è presidente. Sarebbe stato infatti concesso un prestito statale di 39 milioni di euro all’immobiliare Porto Franco che opera nel distretto portuale di Tallinn. Le dimissioni di Ratas sarebbero un “atto di responsabilità”, ha spiegato il premier stesso, per aiutare a fare chiarezza sul caso che vede al momento indagati Kersti Kracht, consigliere del ministro delle finanze Martin Helme (Ekre), il segretario generale del Partito di Centro Mihhail Korb, che si è dimesso ieri, e l’uomo d’affari Hillar Teder. Tra coloro che chiedevano le dimissioni del governo anche l’ex-commissario estone Andrius Ansip – già primo ministro della Repubblica baltica tra il 2005 e il 2014 e ora membro del Parlamento europeo –, che in un tweet ha puntato il dito contro Ratas e Helme per aver tentato di “usare parte degli aiuti di crisi per tappare i buchi del partito”. “Quando è diventato presidente del partito, Jüri Ratas ha promesso di liberare il partito dalla corruzione”, ha scritto ancora Ansip, commentando: “Nulla è cambiato”. Questa mattina la presidente Kersti Kaljulaid ha affidato l’incarico di formare un nuovo governo alla leader del Partito riformista Kaja Kallas (nella foto): “Il Partito riformista sta compiendo sforzi per formare un nuovo governo funzionante”, ha dichiarato. “Il governo è caduto, ma purtroppo esiste ancora la coalizione”, di cui fanno parte, oltre al Partito di Centro e il Partito popolare conservatore Ekre, anche il partito di ispirazione cristiano democratica Patria (Isamaa).