Nel nuovo Patto sull’asilo e le migrazioni, presentato dalla Commissione europea a settembre 2020, vengono fatti “rilevantissimi passi indietro” rispetto al testo di riforma del Regolamento Dublino e si crea “una crescente frammentazione del diritto di asilo, che diventa cangiante e multiforme, variando in base a chi presenta la domanda, dove e quando la presenta”: questo il parere dell’Associazione studi giuridici immigrazione (Asgi), che solleva oggi diversi punti critici e li pone all’attenzione del governo e del Ministero dell’Interno italiano, in vista dell’incontro informale a Lisbona, il 28 e il 29 gennaio, tra i Ministri della Giustizia e degli Affari interni per discutere le strategie europee in relazione al nuovo Patto su migrazione e asilo. “Da più parti sono già state segnalate preoccupazioni rispetto ai rischi evidenti di violazioni dei diritti umani – ricorda Asgi -, ribaditi in una recente proposta di risoluzione votata il 12 gennaio 2021 dagli europarlamentari della Commissione libertà civili giustizia e diritto interno (Libe)” . Nel documento (qui la versione integrale) l’Asgi evidenzia le principali criticità. Se verrà attuata la misura di screening per valutare il richiedente asilo, ad esempio, “questo strumento graverà esclusivamente sui Paesi alle frontiere europee, e si rischierà una formalizzazione del sistema hotspot, che porta a gravi violazioni quali il trattenimento arbitrario e l’esclusione dal diritto di asilo”. Inoltre, “non essendo previsto un generale e vincolante principio di redistribuzione dei richiedenti asilo tra i Paesi membri e non venendo modificato il criterio che attribuisce la competenza di esaminare le domande di asilo al Paese di primo ingresso, ma prevedendone l’applicazione anche ai minori stranieri non accompagnati, non si affrontano le criticità rilevate negli ultimi anni, non riformando adeguatamente il Regolamento Dublino”. I cittadini stranieri sono inoltre “esposti ad elevati rischi di detenzione e refoulement”. Infine, la sospensione della registrazione delle domande di asilo “si porrebbe in irrimediabile contrasto col diritto di asilo costituzionalmente garantito dall’art. 10, comma 3”, che comporta anche “il diritto di accedere provvisoriamente al territorio e di fare accertare la condizione che legittima il diritto”.