Per contenere la diffusione del contagio da coronavirus Covid-19, i contatti nel mondo del lavoro, escludendo i servizi essenziali come quelli sanitari, che possono essere ad alto rischio ma non possono essere sospesi, potrebbero non incidere molto sulla trasmissibilità di Sars-CoV-2. È quanto emerge da uno studio dei ricercatori di Fondazione Bruno Kessler (Fbk), Istituto superiore di sanità (Iss) e Inail, pubblicato sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States (Pnas).
“È comunque importante favorire il più possibile lo smart working, dove possibile”, viene spiegato in una nota, nella quale si evidenzia che “la riapertura delle scuole, dagli asili fino alle scuole medie, potrebbe avere un impatto limitato sulla trasmissibilità del virus a causa della minor suscettibilità all’infezione di bambini e ragazzi fino a circa 14 anni di età”.
“Il potenziale di trasmissione è ancora altissimo”, sottolinea Stefano Merler, ricercatore della Fbk, confermando che “l’incidenza deve essere sufficientemente bassa da poter essere gestita dai sistemi di prevenzione con l’isolamento dei casi e la quarantena dei contatti”. L’“incidenza dovrebbe essere inferiore a circa 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti”, aggiunge, evidenziando come “la ricerca mostra che il potenziale di trasmissione di Covid-19 è ancora altissimo e suggerisce estrema cautela nella scelta dei contatti sociali che vengono riattivati e nella tempistica di riattivazione degli stessi”.
Secondo lo studio, “riattivare quasi completamente i contatti sociali e le scuole di ogni ordine e grado, come avvenuto in tarda estate, può risultare in un’onda epidemica non contenibile senza severe misure restrittive”.