Diocesi: Trento, mons. Tisi in visita alle strutture di accoglienza per senza dimora

(Foto: Gianni Zotta)

“Passando da qui ti rendi conto che la fragilità è il vero terreno della Chiesa”. Lo ha affermato l’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, che, all’inizio del nuovo anno, ha voluto fare visita alle strutture di accoglienza per senza dimora in città con l’intento di portare personalmente una parola di vicinanza e di conforto ad ospiti e operatori. Come documenta l’ultimo numero del settimanale “Vita Trentina” oggi in edicola, partendo dalla realtà entrata in funzione più di recente (18 dicembre) a Villa San Nicolò destinata a 15 ospiti richiedenti protezione internazionale (in buona parte pakistani), la visita di mons. Tisi, accompagnato dal delegato dell’Area Testimonianza e Impegno sociale don Cristiano Bettega e dal referente Alessandro Martinelli, ha toccato nell’ordine Il Sentiero (con 14 ospiti), Casa Santa Maria (dove le persone accolte sono 23) e la vicina Casa Giuseppe (10 ospiti); quindi Casa Sant’Angela (trasformata nell’emergenza da centro di spiritualità a struttura di accoglienza per 22 persone) e la storica Bonomelli (dove le misure anti-Covid hanno ridotto la capienza da 60 a 40 ospiti). Infine, la visita all’Ostello della gioventù dove l’arcivescovo è stato accolto e guidato dal sindaco Franco Ianeselli e dall’assessore comunale competente Chiara Maule.

“Forse nell’immaginario – ha commentato l’arcivescovo al termine della visita – abbiamo ancora idee sbagliate dei nostri dormitori e dei senza dimora. Venendo qui vedi che non si offrono semplicemente dei posti letto, non si parla di numeri, ma s’accolgono persone, con le loro storie. La vera carità non è solo dare un piatto per mangiare. Mi piace quest’attenzione alle singole persone, anche le più vulnerabili, chiamate ognuna col proprio nome. Proseguiamo con questo lavoro di rete, che consente pure di monitorare le fatiche di una comunità”.

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