Epifania: mons. Cerrato (Ivrea), “indichiamo ad altri la strada dell’incontro con Cristo solo se la nostra è una vita trasformata”

“I Santi Magi aiutino noi a preparare davvero l’accoglienza di chi è lontano ed aiutino i lontani a trovare nel volto dei credenti il Volto di Colui che è il Salvatore del mondo”. È l’augurio espresso ieri dal vescovo di Acqui, mons. Edoardo Cerrato, nella celebrazione eucaristica che ha presieduto in cattedrale per la solennità dell’Epifania.
Commentando la pagina evangelica, il vescovo ha rilevato che “c’è un elemento che colpisce: questo segno luminoso, che mise i Magi in cammino, ad un certo punto scompare”. “Per trovare la strada hanno bisogno – Dio vuole che abbiano bisogno – di rivolgersi a coloro che già erano credenti o dovevano esserlo”, ha spiegato, ricordando che “a Gerusalemme la notizia di quella nascita mette tutti in agitazione: Erode è spaventato; il popolo turbato; i capi dei sacerdoti e gli scribi, conoscitori della Parola di Dio al punto da individuare immediatamente e con precisione nella Scrittura il luogo della nascita, non esultano affatto… Soprattutto, nessuno di costoro si mette in cammino”. Da qui l’invito alla riflessione: “Che cosa trovano nelle nostre comunità – nei pastori e nei laici che ne fanno parte – i tanti (ormai tanti davvero!) divenuti lontani dalla fede della Chiesa? Mostriamo il volto nuovo e il cuore nuovo di chi ha incontrato il Salvatore, o ci vedono, come a Gerusalemme, turbati, conflittuali, in urto tra di noi, estranei a ciò che è essenziale?”, ha domandato mons. Cerrato. “Non basta proclamare le Scritture e le verità della fede; questo è importantissimo”, ha ammonito, “ma, da parte nostra, indichiamo ad altri la strada dell’incontro con Cristo se la nostra vita è una vita trasformata, una vita che visibilmente è cambiata nell’incontro con Cristo; se la fede fa fiorire la nostra umanità, e se la nostra religiosità è autentico rapporto con Dio, non un rivestimento delle deficienze umane, di grettezze, desideri di possesso e di autoaffermazione; se eliminiamo atteggiamenti distruttivi che partono da cuori non purificati e si sviluppano in gesti, in pettegolezzi e chiacchiere”. “Ai ‘lontani’ che chiedono ‘dov’è il re che è nato?’ non bastano risposte esatte ma contraddette dalla nostra vita: occorre che essi possano vedere una vita più desiderabile della loro. Il Signore farà la sua parte, ma a noi tocca la nostra!”, ha affermato il vescovo.

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