“Lasciarsi guidare, come i Magi, da una lettura attenta dei segni che Dio ci offre nel cammino della vita. Come fratelli, siamo chiamati a prenderci cura gli uni degli altri”. Lo ha detto ieri il custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, nella messa dell’Epifania celebrata nella chiesa di Santa Caterina, attigua alla basilica della Natività, a Betlemme. “I Magi si mettono alla ricerca di Gesù, rendono visita a Gesù, offrono i propri doni, si prostrano a terra per adorarlo, ma, in realtà – ha affermato il custode -, è Gesù ad accogliere i Magi, a spalancare la porta di casa per fare spazio ad ogni lingua, razza, popolo e nazione. Gesù apre la sua famiglia alle nazioni e scandalizza coloro che hanno un’idea esclusiva anziché profetica di popolo eletto”. Alla stessa maniera aprirà poi le “porte della sua Chiesa ai poveri, ai pubblicani, ai peccatori e alle peccatrici, scandalizzando quelli che pensano di ottenere la salvezza attraverso l’osservanza scrupolosa della Legge anziché per grazia e misericordia di Dio”. Da qui l’esortazione a “guardare a tutta l’umanità come a una umanità di fratelli. Tutta l’umanità è chiamata a inginocchiarsi davanti al Bambino di Betlemme. Tutta l’umanità è chiamata a offrirgli l’oro, cioè a riconoscerlo come l’unico Signore della propria vita; a offrirgli l’incenso cioè a riconoscerlo come il vero Dio; a offrirgli la mirra, cioè a riconoscere che questo nostro Signore e Dio ha scelto di condividere tutta la nostra esistenza, compresa la sofferenza e la morte proprio per redimerci e salvarci dalla sofferenza e dalla morte”. “I Magi – ha concluso – portano i loro doni. Noi portiamo i nostri doni. Ma in realtà il grande dono è quel Bambino che sta davanti agli occhi meravigliati dei Magi e che si offre anche a ciascuno di noi. Il grande dono è Lui e ogni dono di vita giunge a noi attraverso di Lui”.