“Avere lo sguardo rivolto verso l’Alto, la prontezza a mettersi in atteggiamento di discernimento, teso a scrutare ciò che hanno visto, per conoscerne il significato e lasciarsi interrogare dagli eventi per trovare la spiegazione giusta e la direzione da percorrere”. Sono questi gli atteggiamenti dei Magi descritti dall’arcivescovo di L’Aquila, card. Giuseppe Petrocchi, nella Messa dell’Epifania celebrata ieri nella chiesa di San Pio X del capoluogo abruzzese. I Magi, ha spiegato l’arcivescovo, “sono diventati simboli dell’umanità che cerca Dio. Si mettono in marcia, cercano di capire e di decidere affidandosi alla Sapienza di Dio, seguendo l’itinerario tracciato dalla stella”. Quella dei Magi, per il card. Petrocchi, è “l’avventura del pellegrino” che “richiede capacità rispondere subito e con radicalità all’invito che proviene dalla Provvidenza, rinunciando a beni superflui per puntare sull’essenziale. La stella rappresenta una certezza da esplorare, su cui vale la pena impegnarsi fino in fondo, correndo gli inevitabili rischi”. Così facendo “i Magi trovano Colui che cercavano”. Da qui l’esortazione dell’arcivescovo a “imparare dai Magi”, perché, “nella vita, si giunge a conquistare valori positivi e saldi, solo se si procede in modo perseverante, dirigendosi secondo gli orientamenti suggeriti dallo Spirito Santo. Limitarsi a muovere qualche passo, per poi tergiversare, fermarsi o tornare indietro, rappresenta sempre una strategia esistenziale perdente”. “Nel cielo della nostra storia – ha sottolineato Petrocchi – lo Spirito accende sempre la stella di Dio che ci guida verso Gesù. Gli eventi, se sappiamo comprenderli e gestirli, ci conducono al Signore e solo da Lui possono ricevere significato e grazia”. Quindi “occorre scrutare i ‘segni dei tempi’, che scandiscono le nostre giornate, e specializzarsi nell’arte di ‘connettersi’ sulle iniziative che Dio intraprende per il nostro bene. Siamo chiamati ad imitare la determinazione intelligente dei Magi, che sanno evitare gli intrighi e le insidie di Erode, sempre in agguato”. “Espellere Gesù dalla mente e dai cuori della gente” è il fine dell’Erode del presente che opera “attraverso la triplice idolatria dei soldi, del sesso e del successo; che, come ogni idolatria, genera la triplice schiavitù dell’avere, del piacere e del potere”. “I Magi ci insegnano che, specie quando ci si trova nei guai, occorre dare retta agli ‘angeli’. E ‘angeli’, in senso lato, sono anche coloro attraverso i quali Dio ci fa giungere i Suoi consigli e gli aiuti di cui abbiamo bisogno. Il primo ‘angelo’ è la Chiesa, di cui siamo membra vive”.