Tra il mese di febbraio e il 30 novembre 2020 sono stati diagnosticati dai Laboratori di riferimento regionale 1.651.229 casi positivi di Covid-19, riportati al Sistema nazionale di sorveglianza integrata dell’Istituto superiore di sanità entro il 20 dicembre scorso. È quanto si legge nel quarto Rapporto sull’“Impatto dell’epidemia Covid-19 sulla mortalità totale della popolazione residente” per il periodo gennaio-novembre 2020 diffuso oggi da Istituto nazionale di statistica (Istat) e Istituto superiore di sanità (Iss).
“Lo scenario di diffusione epidemica – viene spiegato – può essere sintetizzato in tre fasi”. In sintesi: nella prima fase (prima ondata), da febbraio a fine di maggio, c’è stata “una rapidissima diffusione dei casi e dei decessi e per una forte concentrazione territoriale prevalentemente nel Nord del Paese”; da giugno a metà settembre (fase di transizione), “la diffusione è stata inizialmente molto contenuta, ma alla fine di settembre si sono identificati focolai sempre più numerosi in tutto il Paese”; da fine settembre (seconda ondata) “i casi sono di nuovo aumentati rapidamente con un ritmo esponenziale su gran parte del Paese e solo da metà novembre si è osservato un calo dell’incidenza”.
Nel periodo tra febbraio e novembre 2020 si sono registrati 57.647 decessi avvenuti in persone positive al Covid-19, nel cui ambito è rimasta pressoché invariata la percentuale di soggetti in età inferiore ai 50 anni che si attesta attorno all’1% per entrambi i generi. La classe degli over 80 risulta quella con la più alta percentuale di decessi per Covid-19 (il 60% dei decessi complessivi).