“Ho saputo che anche in carcere avete dovuto affrontare la dura battaglia contro la malattia da Covid-19, che ha ulteriormente pesato su una condizione già difficile sul piano umano e psicologico”. Lo scrive l’arcivescovo di Trieste, mons. Giampaolo Crepaldi, nella sua lettera per il Natale ai detenuti e agli operatori del carcere, dove quest’anno, a causa della pandemia da coronavirus, non potrò celebrare la Messa con loro.
Evidenziando che “a Natale ricordiamo un avvenimento straordinario”, cioè che “a Betlemme Dio si fa uomo”, l’arcivescovo ha ribadito che “quell’evento ci dice che Dio è con noi, non ci dimentica e ci raggiunge con il suo amore”. “Un Dio che ha assunto volto e cuore di uomo perché anche noi potessimo amarlo come lui ci ama. Questa è la bellezza e l’incanto del Natale”. Con l’annunciazione – sottolinea il presule – “la voce dell’angelo ha squarciato non solo il silenzio della notte palestinese ma anche le notti oscure che incombono sulle nostre vite”. Quindi, l’incoraggiamento ai carcerati e agli operatori del carcere a “consegnare a Gesù Bambino le attese più intime delle vostre anime” e a pregarlo con fiducia”. “Vi accompagno con la mia benedizione affinché vi conceda la grazia di riprendere quanto prima il vostro posto nella società, nel mondo del lavoro e nelle vostre amate famiglie”.