Coronavirus Covid-19: Iss-ministero Salute, “5 Regioni/Province autonome a rischio alto, 12 moderato e 4 basso”

“Nella settimana di monitoraggio si osserva un lieve aumento generale del rischio, con la maggior parte delle Regioni/Province autonome con un rischio moderato o alto e quattro Regioni a rischio basso di una epidemia non controllata e non gestibile. In particolare, 5 Regioni (Liguria, Marche, Puglia, Umbria e Veneto) sono classificate a rischio alto. Dodici Regioni/Province autonome sono classificate a rischio moderato, di cui 4 (Emilia-Romagna, Molise, Provincia autonoma Trento e Valle d’Aosta) hanno una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese nel caso si mantenga invariata l’attuale trasmissibilità. Quattro Regioni sono classificate a rischio basso”. Questo il quadro mostrato dal report del monitoraggio sulla situazione Covid-19 di ministero della Salute e Istituto superiore di sanità relativo al periodo 14-20 dicembre (aggiornati al 22 dicembre 2020), appena diffuso.
Si osserva ancora nella maggior parte delle Regioni/Province autonome “un impatto elevato della epidemia in particolare dovuto ad un sovraccarico dei servizi assistenziali. Al giorno 21/12/2020, 13 Regioni/Province autonome avevano superato almeno una soglia critica in area medica o Terapia intensiva. Il tasso di occupazione dei posti letto in Terapia intensiva supera ancora le soglie critiche di occupazione a livello nazionale”. Complessivamente, “il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 3.003 (15/12/2020) a 2.731 (21/12/2020); anche il numero di persone ricoverate in aree mediche è diminuito passando da 27.342 (15/12/2020) a 25.145 (21/12/2020). Tale tendenza a livello nazionale sottende forti variazioni inter-regionali”.
Sebbene si osservi una diminuzione dell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni (329,53 per 100.000 abitanti nel periodo 7/12/2020-20/12/2020 vs 374,81 per 100,000 abitanti nel periodo 30/11/2020-13/12/2020, dati flusso Iss), “il valore è ancora lontano da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti”. Questo approccio ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni (attualmente l’incidenza a livello nazionale nei 7giorni 14-20 dicembre 2020 aggiornata al 22 dicembre è pari a 157.01 per 100.000 abitanti).

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