Diocesi: mons. Leuzzi (Teramo) tra gli operai della Betafence che rischiano posto e stipendio. “Anche il Signore è preoccupato per la fabbrica”

Foto Calvarese/SIR

In vista del Natale, mons. Lorenzo Leuzzi, vescovo di Teramo-Atri, si è recato oggi in uno dei padiglioni della Betafence di Tortoreto, azienda riconosciuta come primo produttore nel mercato mondiale delle recinzioni, per celebrare messa assieme agli operai che dal mese di luglio scorso sono in stato di agitazione dopo la comunicazione dell’azienda che avrebbe dapprima voluto delocalizzare in Polonia lo stabilimento produttivo, e oggi mettere in cassa integrazione 100 dei 155 operai assunti. “Sono qui per testimoniare la partecipazione e la condivisione di tutta la nostra Chiesa diocesana a un’esperienza che ci auguriamo sempre di più possa essere superata nel momento difficile e possa ripartire”, le parole del vescovo aprutino che ha sottolineato l’importanza del lavoro per la vita di tutte le persone, rilanciando un nuovo modello di imprenditoria che veda al centro la collaborazione e la partecipazione di tutte le parti. “L’augurio che vorrei fare è un incoraggiamento. Incoraggiare soprattutto i vari responsabili, le varie realtà sindacali di trovarsi insieme, cosa che mi sembra si stia realizzando, per poter risolvere i problemi”.

Una nuova mentalità collaborativa, grazie alla quale superare tutti insieme i momenti difficili, anche quello della pandemia Covid-19, senza perdere la speranza e la fiducia. “Dobbiamo imparare sempre di più a camminare insieme”, ha dichiarato mons. Leuzzi, che ha aggiunto: “oggi per rilanciare l’impresa occorre collaborazione ai vari livelli, per potersi sentire parte attiva di un unico progetto”. Nell’omelia il vescovo di Teramo-Atri ha incoraggiato gli operai ricordando loro che “anche il Signore è preoccupato per la fabbrica”, confessando loro il suo desiderio: “vorrei che questo Natale fosse per ciascuno di voi e per le vostre famiglie, l’esperienza di Dio che viene a trovarvi dove voi siete”. Quello della messa natalizia di oggi è stato un momento al quale mons. Lorenzo Leuzzi ha voluto prendere parte, facendo seguito all’interesse manifestato alla vicenda già in passato, interessato dall’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro in accordo con i sindacati Fism-Cisl e Fiom-Cgil di Teramo. “Volevamo far sentire ai lavoratori e alle loro famiglie che non sono soli, ci siamo anche noi con loro”, le parole di Giuseppe Piergallini, direttore dell’Ufficio di pastorale sociale e del lavoro, che prevede una collaborazione anche in futuro tra le parti e spera nel ravvedimento della proprietà di Betafence, al quale però sembrano credere meno i sindacati.

“Stiamo attendendo quale possa essere l’idea dell’azienda, visto che il dietrofront è stato solo a parole”, ha dichiarato Natascia Innamorati, segretario generale Fiom-Cgil di Teramo. “È chiaro che qui ci sono 155 lavoratori che da luglio ad oggi stanno vivendo un’ipoteca molto pesante sul loro futuro. Perché se è vero che 100 persone non perdono il loro posto di lavoro, è vero pure che dopo la cassa integrazione una soluzione bisognerà trovarla”. Dalla parte della Fism-Cisl di Teramo Marco Boccanera, segretario territoriale, chiama in causa Marco De Benedetti, responsabile Carlyle Europa che è proprietaria di Presidiat, a capo di Betafence. “Il richiamo è soprattutto a lui di considerare queste 100 persone non come carne da macello o merce di scambio per avere dei profitti”, le parole di Boccanera, il quale chiede di rimettere la persona al centro non guardando solo al profitto ma alle 100 famiglie costrette a vivere con lo stipendio dimezzato durante la cassa integrazione. “Ogni lavoratore di questo sito ha investito il suo futuro sulla Betafence mandando i figli a scuola, all’università, facendo dei progetti, acquisendo casa, contando sul loro lavoro che hanno sempre portato a termine con orgoglio. Non si capisce per quale motivo si sta rischiando il disastro sociale”.

 

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