Fino alla fine di dicembre, le norme sulla libera circolazione si applicano ancora al Regno Unito. Ciò significa che “in linea di principio” i Paesi Ue non dovrebbero rifiutare l’ingresso alle persone in arrivo dal Regno Unito. Lo dice oggi la Commissione europea in una raccomandazione “sull’approccio coordinato dell’Ue ai viaggi e ai trasporti in risposta alla nuova variante del coronavirus”. Però, “alla luce del principio di precauzione, tutti i viaggi non essenziali da e verso il Regno Unito dovrebbero essere scoraggiati fino a nuovo avviso”, dice sempre la Commissione, escludendo tuttavia i cittadini che tornano nel loro Paese di residenza e che “dovrebbero essere esentati da ulteriori restrizioni temporanee a condizione che siano sottoposti a un test o quarantena”. Eccezione nell’eccezione sono i viaggiatori “con una funzione essenziale” (ad esempio, personale medico), che dovranno sottoporsi a un test rapido prima di partire ma evitare la quarantena. Altra eccezione vale per il personale addetto ai trasporti, all’interno dell’Ue: esentato da qualsiasi divieto di viaggio, ma, se richiesto, dovrà sottoporsi a tampone rapido, senza creare “interruzioni del trasporto”. Poiché bisogna garantire i viaggi essenziali e i ritorni a casa “qualsiasi divieto di volo o treno, dovrebbe essere sospeso”, sottolinea Bruxelles e “i flussi di merci devono continuare ininterrotti”.
Sono da intensificare invece gli sforzi di tracciamento e identificazione dei casi della nuova variante. Dal 1° gennaio 2021 cambierà tutto e il Regno Unito diventerà un Paese terzo: in linea di principio solo i “viaggi essenziali” potranno funzionare, a meno che il Consiglio Ue non inserisca la Gran Bretagna nella lista di Paesi terzi esentati dalle restrizioni. In ogni caso i cittadini Ue che vivono nel Regno Unito e viceversa dovranno poter continuare a viaggiare.