Dt 8,2-3.14-16; 1Cor 10,16-17; Gv 6,51-58
Il pane è la sua carne! Il pane eucaristico è Lui, il suo essere uomo tra noi. Quel pane dà la vita eterna perché è umanità offerta, immolata per la vita del mondo, per renderci partecipi della vita divina. Nell’Eucaristia c’è un reale incontro con Gesù. Al centro del Cristianesimo non c’è un’idea, ma una persona molto concreta: Gesù Cristo, figlio di Dio e nostro Salvatore, Dio e uomo, crocifisso e risorto, vivente e presente in mezzo a noi. Essere cristiani è avere e sviluppare un rapporto personale con lui, sentirsi amati da lui, ringraziarlo, ascoltarlo, parlargli, confidargli le gioie e le pene, chiedere il suo aiuto, domandargli perdono, essere felici di vivere con lui.
La presenza eucaristica di Gesù è la più nascosta e difficile da credere. Costituisce una sfida e una provocazione per la nostra intelligenza. Anche noi siamo esposti alla stessa tentazione di quel "certo prete teutonico, ottimo in ogni virtù sacerdotale, ma dubbioso sul mistero della transustanziazione" protagonista del miracolo di Bolsena. Per credere, dovrebbe bastarci la parola di Gesù, garanzia assoluta di verità, ma il Signore per aiutare la nostra poca fede compie anche, attraverso i secoli, numerosi miracoli eucaristici: quello compiuto a Bolsena, quello di Lanciano, quello di Siena e tanti altri.
Gesù, sul punto di salire al cielo, ha promesso solennemente agli apostoli, ai loro successori e a tutti i credenti: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,20). Egli mantiene la promessa e in vari modi accompagna il cammino della Chiesa attraverso i secoli. Troviamo questo tema meravigliosamente illustrato da Raffaello, in una delle celebri stanze da lui affrescate in Vaticano: la cacciata di Eliodoro; la liberazione di San Pietro; l’allontanamento di Attila dall’Italia; la Messa di Bolsena. Questa Messa, divenuta famosa per il miracolo eucaristico, è stata scelta proprio per sottolineare che l’Eucaristia è il centro della vita del cristiano e della Chiesa, la presenza più forte ed efficace del Signore in mezzo a noi.
Rievocando il miracolo eucaristico dell’Ostia che stillò gocce di sangue, avvenuto a Bolsena nel 1263, viene messa in risalto la presenza sempre attuale di Cristo nell’Eucaristia. Raffaello sul lato sinistro della finestra ha collocato il passato: le madri con i bambini, tranquillamente sedute sul pavimento non si sono ancora accorte di nulla, sopra di loro i fedeli protesi verso il miracolo; più su, gli accoliti con le candele e il cerimoniere che alza la pianeta, presi da stupore; alle loro spalle due osservatori discutono animatamente; il sacerdote celebrante, che prima era dubbioso, ora contempla commosso e sgomento. Sulla destra è rappresentato l’oggi di una fede nella permanente presenza di Cristo nell’Eucaristia. Il Papa è inginocchiato a mani giunte. Dietro, due cardinali e due ecclesiastici, attenti e devoti. Più sotto, cinque sediari inginocchiati con dignità e devozione; uno di loro, volgendo lo sguardo, intenso e serio, verso di noi, cerca di coinvolgerci nell’adorazione. La basilica in costruzione indica che l’Eucaristia costruisce la Chiesa.
Angelo Sceppacerca