“Il diffondersi del coronavirus, le restrizioni e la crisi economica innescata da quella sanitaria hanno ulteriormente peggiorato le condizioni della popolazione più fragile”. Lo rivela l’VIII Rapporto “Donare per curare – Povertà sanitaria e donazione farmaci”, edito da Opsan-Osservatorio sulla Povertà Sanitaria (organo di ricerca di Banco Farmaceutico). Tali dati, rilevati attraverso la rete dei 1.859 enti assistenziali convenzionati con il Banco ed elaborati da Opsan, sono stati resi noti oggi, 10 dicembre, in un convegno in diretta streaming promosso da Banco Farmaceutico e Aifa. “Quasi un ente assistenziale su due ha subito l’impatto della pandemia: il 40,6% ha dovuto limitare la propria azione o sospendere qualche servizio per un periodo più o meno lungo – si legge nel Rapporto -. Il 5,9% degli enti ha chiuso e non ha ancora ripreso le attività”. Un’indagine effettuata da Opsan, su un campione rappresentativo di 892 enti assistenziali particolarmente strutturati (che si prendono cura di 312.536 indigenti), ha registrato “un calo di oltre 173.000 assistiti (pari al 55% del totale)”. Si tratta di “persone che hanno chiesto assistenza a un ente, ma questo era chiuso o aveva ridotto i propri servizi; oppure, di persone che, poiché impaurite dal Covid, hanno rinunciato a farsi curare”. Pertanto, si stima che “almeno 1 povero su 2 non abbia potuto curarsi attraverso gli enti che forniscono gratuitamente cure e medicine e sia rimasto ancor più deprivato della necessaria protezione sociale”.