Anche il Catholicos Karekin II, capo e patriarca supremo della Chiesa apostolica armena, chiede le dimissioni del premier Nikol Pashinyan. Lo ha annunciato il Catholicos stesso in un messaggio rivolto ieri a tutti gli Armeni in Patria e in diaspora e diffuso anche in lingua inglese. “Stiamo vivendo giorni duri di dolore, angoscia e ansia dopo aver sperimentato gli orrori della guerra. Abbiamo subito il martirio di migliaia di nostri figli; abbiamo subito la perdita di una parte significativa dello storico territorio dell’Artsakh; e abbiamo assistito alla più grande delle minacce esterne alla nostra esistenza”. “Una profonda crisi politica interna”, scrive il Catholicos, attraversa ora il Paese ponendo “nuovi pericoli” e “sfide serie” alle quali “è assolutamente necessario trovare una soluzione urgente”. Per questo motivo, il Catholicos ha incontrato personalmente il presidente della Repubblica, il presidente dell’Assemblea nazionale armena e rappresentanti di varie organizzazioni politiche e nazionali nella “convinzione condivisa da tutti” che la situazione di crisi debba essere “risolta in modo esclusivamente costituzionale, in condizioni di solidarietà nazionale e buon senso”. In questa prospettiva, Karekin II ha incontrato il primo ministro della Repubblica di Armenia, Nikol Pashinyan, invitandolo a dimettersi alla luce delle “crescenti tensioni interne, gravi sfide esterne e una minore fiducia dell’opinione pubblica”. “Chiediamo ora all’Assemblea nazionale dell’Armenia – scrive il Catholicos – di agire in modo responsabile in questo momento critico per la nostra patria: ascoltare gli appelli del popolo; eleggere un nuovo primo ministro in consultazione con i partiti politici; e formare un governo provvisorio di unità nazionale”. “Solo un governo del genere, composto da professionisti esperti che detengono la fiducia del pubblico, sarà in grado di risolvere i problemi che il nostro popolo deve affrontare, ripristinare la solidarietà e l’unità nazionali e organizzare elezioni parlamentari straordinarie che sono indiscutibilmente necessarie”. Il messaggio rivolge poi un invito a tutto il popolo armeno, alle autorità e ai partiti politici di “astenersi da parole e azioni che possono provocare violenza e seminare odio in questi giorni difficili. Come nazione, dobbiamo essere uniti per superare la crisi attuale”.