Domenica di Pasqua

At 10,34a.37-43; Col 3,1-4; Gv 20,1-9

Il Vangelo di Pasqua l’ha scritto il discepolo che è corso più veloce di Pietro al sepolcro; quello che Gesù amava. Entrato, "vide e credette". Cosa vide Giovanni se il sepolcro era vuoto? Forse vide il sudario, la Sindone? È probabile. Il verbo che Giovanni usa per dire "vide le bende" in greco indica un guardare con attenzione, osservare con calma, rendersi conto di ogni particolare, riconoscere i singoli oggetti e la loro collocazione. I lini giacevano afflosciati, a indicare che le bende non erano in disordine, ma che giacevano a terra come sgonfie, perché non vi era più il corpo che li sostenesse. Sarebbero stati in disordine, se qualcuno avesse trafugato il corpo senza i lini. Ad ogni modo conta che il discepolo "credette".

Prima dei discepoli, però, le donne erano andate al sepolcro. Tre secondo Marco. Solo Maria di Magdala secondo Giovanni. Comunque per prime ad andare furono le donne. La Chiesa del mattino di Pasqua è un piccolo gruppo di donne col loro intuito sulla resurrezione. Ultime a lasciare il Golgota, le donne sono prime a ricevere e a portare l’annuncio della resurrezione. La precedenza ai piedi della croce e davanti al sepolcro vuoto, non è questione di genere,ma di misericordia. Chi è perdonato è come se fosse risorto.

Per il mattino di Pasqua
Io vorrei donare una cosa al Signore, / ma non so che cosa. / Andrò in giro per le strade / zuffolando, così, / fino a che gli altri dicano: è pazzo! / E mi fermerò soprattutto coi bambini / a giocare in periferia, / e poi lascerò un fiore / ad ogni finestra dei poveri / e saluterò chiunque incontrerò per via / inchinandomi fino a terra. / E poi suonerò con le mie mani / le campane sulla torre / a più riprese / finché non sarò esausto. / E a chiunque venga / – anche al ricco – dirò: / siedi pure alla mia mensa / (anche il ricco è un povero uomo). / E dirò a tutti: / avete visto il Signore? / Ma lo dirò in silenzio / e solo con un sorriso. (Turoldo)

Angelo Sceppacerca