Anticipare la Messa di mezzanotte a Natale non è una novità e lo dimostra il fatto che il nuovo Messale abbia eliminato la rubrica del precedente Messale del 1983, che diceva: “Secondo la tradizione costante delle Chiese in Italia la Messa della notte di Natale si celebri a mezzanotte a meno che ragioni pastorali, valutate dall’Ordinario del luogo, non consiglino di anticiparne l’ora”. Ma secondo don Paolo Tomatis, docente alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, “quella che può apparire come una attenzione profetica in questo tempo di Covid, in realtà teneva già conto del fatto che non dappertutto, nelle parrocchie italiane, è possibile celebrare la Messa di mezzanotte, poiché vi sono parroci di più comunità che non possono più garantire la messa di Natale, nel cuore della notte”.
Che Natale ci aspetta da un punto di vista liturgico?
Sarà certamente un Natale più spoglio, che condividerà anche nella liturgia i limiti di questo tempo: non poter attivare tutti i codici della festa, che coinvolgono il corpo personale e comunitario. Cantare solennemente, muoversi in processione, abbracciarsi al segno di pace, varcare le tenebre della notte, baciare il Bambino nel presepe… E tuttavia sarà un vero Natale, certamente più essenziale, dove però
non mancherà nulla di ciò che costituisce l’essenza della festa: il raduno dell’assemblea orante, il canto degli angeli (quest’anno nella nuova versione del Messale: “e pace in terra agli uomini, amati dal Signore”), la ricchezza della Parola, il Verbo che si fa carne, nel modo del sacramento.
Perché sono quattro le celebrazioni previste per Natale?
All’origine delle quattro Messe di Natale, ciascuna con il proprio formulario, sta l’antica tradizione della chiesa di Roma: la prima a comparire è la Messa del giorno, celebrata già nel IV secolo a san Pietro. A questa si aggiunge, nel VI secolo, una Messa della Notte, celebrata nella basilica di santa Maria Maggiore. In quella che è la prima basilica mariana dell’occidente, edificata dopo il Concilio di Efeso che aveva riconosciuto a Maria il titolo di Theotokos, Madre di Dio, viene annessa nel VI secolo una cripta ad Presepe, a imitazione del presepe di Betlemme. Per influsso della liturgia di quella basilica, che i pellegrini di Terra santa volevano riprodurre, si cominciò a celebrare una Eucaristia notturna, che è all’origine dell’odierna Messa della Notte.
La Messa cosiddetta dell’aurora, invece, ha una origine singolare: sempre a Roma, nella basilica di santa Anastasia, la comunità greca faceva memoria in quel giorno del martirio della santa. Nel percorso tra santa Maria maggiore e san Pietro, il Papa si fermava e celebrava una Messa in onore della martire, ricordata pure nel canone romano.
In seguito il formulario di questa Messa fu sostituito con un formulario (preghiere e letture) della Natività. Da qui le tre Messe celebrate dalla Chiesa nel giorno di Natale, cui si aggiungerà la Messa vespertina della Vigilia. Sono tutte Messe di Natale, ma con sottolineature diverse: nella vigilia c’è ancora il tema della venuta futura (“Oggi saprete che il Signore viene a salvarvi: domani vedrete la sua gloria”); nella Notte, risuona la profezia di Isaia: “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce”; nella messa dell’aurora, i temi sono simili a quelli della notte; nella Messa del giorno, si invita a contemplare, con il prologo di Giovanni, il Verbo fatto carne.
È possibile prevedere una Messa alle 20 per rispettare il coprifuoco?
Il messale non parla di Messa di mezzanotte, ma di Messa “nella notte”, a memoria e imitazione del racconto lucano che pone l’annuncio dei pastori in orario notturno.
La tradizione occidentale ha spinto questa Messa nel cuore della notte, dove le tenebre prendono il sopravvento ed è l’ora di andare a dormire.
Per trovare un riferimento biblico alla mezzanotte, occorre riprendere un versetto del libro della Sapienza, applicato all’evento del Natale dalla tradizione cristiana: “Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose e la notte era a metà del suo rapido corso, la tua parola onnipotente dal cielo, dal tuo trono regale…” (Sap 18,14).
Anticipare l’orario della Messa infrange solo la tradizione o la prassi liturgica?
Il valore della notte è simbolico, e pure il valore della mezzanotte, che rappresenta la profondità della notte. Tuttavia, pensare alla mezzanotte come ora della nascita di Cristo è tanto ingenuo che fa sorridere. Certamente lo sconcerto delle persone semplici che scuotono la testa pensando al fatto che quest’anno Gesù è costretto a “nascere prima” (ma dove siamo finiti?) va riletto nella prospettiva della religione popolare, meno interessata alla verità storica degli eventi della salvezza (Gesù è nato a dicembre? È nato a Betlemme?) e totalmente coinvolta nella verità del racconto offerto dalla tradizione. E tuttavia
quello che conta è che ci sia la notte e cioè il buio, nel quale annunciare “lo splendore di Cristo, vera luce del mondo”.
Ci si può chiedere, a questo proposito, a partire da quale ora si possa celebrare la Messa nella notte: dove non c’è la Messa della vigilia, già alle 19 si può celebrare la Messa nella notte? In questo tempo così singolare, possiamo rispondere di sì.