“L’immagine è connaturale al cristianesimo”. A ricordarlo è stato don Paolo Tomatis, docente alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale (Ftis), intervenuto alla presentazione on line della terza edizione italiana del Messale romano, che è stata introdotta, in molte regioni, con il nuovo anno liturgico, dalla prima domenica di Avvento. “Le immagini scelte per il Messale sono immagini di arte contemporanea, e di una certa arte contemporanea”, ha sottolineato il relatore. Il riferimento è all’artista campano Mimmo Paladino e alla sua “capacità di offrire visioni pittoriche che non sempre si presentano come vere e proprie icone, grazie a un linguaggio che unisce la ricerca dell’essenzialità a un tratto volutamente gentile e discreto”, facendo ricorso molto spesso “all’utilizzo della tecnica dell’acquerello”. L’opera di Mimmo Paladino, per Tomatis, “ci ricorda che la contemporaneità fa parte della celebrazione, fa parte della materia con cui si dà l’Eucaristia”. “Da pittore – ha spiegato lo stesso Paladino in una clip video a proposito dei suoi due anni di lavoro – ho lavorato con la fantasia ma anche legato al vero significato della pagina che si andava traducendo in segno e doveva essere comprensibile a vari livelli di lettura. La ricerca della semplicità, o la sintesi, è l’ispirazione di un artista, che non deve aggiungere segni inutili. Nel caso del Messale, si tratta di un’enorme complessità teologica che andava tradotta in un linguaggio accessibile a tutti”.