16 minori su 100 sono in situazione di povertà estrema (erano poco meno di 15 un anno fa) e 64 vivono sotto la soglia di povertà (59,5% nel 2019) nelle grandi e medie zone urbane dell’Argentina (erano poco meno di 15 un anno fa). Lo denuncia il rapporto annuale dell’Osservatorio del deficit sociale dell’Università Cattolica Argentina, intitolato “Deficit sociale in Argentina 2010-2020. Crisi occupazionale, povertà e disuguaglianze strutturali nel contesto del Covid-19. Contributi per un’agenda sostenibile per lo sviluppo umano integrale”. Lo studio, oltre ai dati complessivi, prende in esame il tasso di povertà e di indigenza della popolazione urbana argentina, distinguendo tra zone geografiche, età, situazione occupazionale.
Emerge, così, il preoccupante dato sui minori (che verrà approfondito in uno specifico studio che verrà presentato tra una settimana), accompagnato da una altrettanto inquietante impennata riguardante la popolazione adulta in piena età lavorativa; in un anno il tasso di indigenza è passato dal 6,9% al 9,1%, quello complessivo di povertà dal 36,5% al 41%.
La fascia di popolazione che presenta un livello socio-economico molto basso è anche pesantemente coinvolta nella povertà, con un tasso del 75%. I disoccupati o sotto-occupati sono poveri nell’80% dei casi, coloro che hanno un lavoro precario nel 49,3%. Decisamente più elevati, rispetto al resto del Paese, i dati della zona metropolitana di Buenos Aires, con una linea di povertà che si attesta al 51,1% dell’intera popolazione.
Per quanto riguarda alcune singole voci, il 10,4% della popolazione urbana sopravvive in una situazione di insicurezza alimentare severa (circa un punto in più rispetto allo scorso anno) e il 25% non ha accesso ai servizi sanitari. Il 13,5% non ha accesso a servizi educativi, il 35,2% sperimenta disoccupazione e insicurezza sociale. In circa la metà della popolazione si sommano almeno due fattori strutturali di carenza, nel 34% tre o più. Ciò porta l’Osservatorio dell’Uca a mettere in evidenza che sempre più spesso la situazione di povertà si rivela multidimensionale e ormai strutturale. Del 41% di poveri, il 27,3% è ormai considerato “strutturale”. Insomma, l’arrivo del Covid-19 ha acuito una realtà che già prima era drammatica. In ogni caso, il 55,5% delle persone e il 47,4% delle famiglie ha avuto accesso ai programmi di aiuto economico e di consegna di viveri durante l’emergenza Covid.