“L’arte di saper dialogare, in tutte le sue accezioni, diventa un imperativo”. Lo ha detto il card. Miguel Ángel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, intervenendo al seminario su “Fratelli tutti, un’enciclica oltre il tempo di crisi”, in corso on line per iniziativa della Pontificia Università Lateranense. “Il dialogo – ha spiegato Ayuso sulla scorta della terza enciclica di Bergoglio – è la via per aprirsi ai bisogni del mondo e costruire amicizia sociale. Aiuta il mondo a vivere meglio”. Francesco, infatti, “è fermamente convinto che grazie all’autentica collaborazione tra credenti si possa lavorare per contribuire al bene di tutti, individuando le tante ingiustizie che ancora affliggono questo mondo e condannando ogni violenza”. Per il Papa, in altre parole, “non è accettabile che nel dibattito pubblico abbiano voce soltanto i potenti e gli scienziati. Deve esserci spazio per una riflessione che raccolga secoli di esperienza e di sapienza”. “Il popolo – ha fatto notare Ayuso – è portatore di valori che possono contribuire ad edificare società più giuste e sane: amore, fedeltà, rettitudine, attenzione per gli altri, benevolenza e misericordia sono elementi che possiamo condividere con le varie religioni. Dobbiamo offrire la nostra collaborazione alle società di cui noi credenti siamo cittadini e mettere a disposizione i nostri valori e le nostre convinzioni più profondi per promuovere la giustizia, la dignità umana e la protezione dell’ambiente”. “In un mondo disumanizzato, nel quale la cultura dell’indifferenza e l’avidità contraddistinguono i rapporti tra esseri umani, c’è bisogno di solidarietà nuova e universale e di un nuovo dialogo basato sulla fraternità”, ha concluso il cardinale: “Una società fraterna sarà quella che sa promuovere il dialogo per sconfiggere il virus dell’individualismo radicale e per permettere a tutti di dare il meglio di sé”. Due gli strumenti per raggiungere questo obiettivo: “La benevolenza, che vuole il bene dell’altro, e la solidarietà, che ha cura delle fragilità e si esprime nel servizio alle persone e non alle ideologie, lottando contro povertà e disuguaglianze”.