“Nulla potrà mai cancellare la prima impronta di Dio, un’impronta di bontà che Dio ha posto nel mondo, nella natura umana, in tutti noi: la capacità di benedire e di essere benedetti”. Lo ha detto il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, trasmessa in diretta streaming dalla biblioteca privata del Palazzo apostolico e dedicata ad “una dimensione essenziale della preghiera: la benedizione”. “Nei racconti della creazione Dio continuamente benedice la vita, sempre”, ha fatto notare Francesco citando la Genesi: “Benedice gli animali , benedice l’uomo e la donna, infine benedice il sabato, giorno del riposo e del godimento di tutta la creazione. E’ D che benedice. Nelle prime pagine della Bibbia è un continuo ripetersi di benedizioni”. “Dio benedice, ma anche gli uomini benedicono – ha sottolineato il Papa – e presto si scopre che la benedizione possiede una forza speciale, che accompagna per tutta la vita chi la riceve, e dispone il cuore dell’uomo a lasciarsi cambiare da Dio”. “All’inizio del mondo c’è dunque Dio che ‘dice-bene’, benedice”, ha spiegato Francesco: “Egli vede che ogni opera delle sue mani è buona e bella, e quando arriva all’uomo, e la creazione si compie, riconosce che è molto buona. Da lì a poco quella bellezza che Dio ha impresso nella sua opera si altererà, e l’essere umano diventerà una creatura degenere, capace di diffondere nel mondo il male e la morte; ma nulla potrà mai cancellare la prima impronta di Dio, un’impronta di bontà che Dio ha posto nel mondo, nella natura umana in tutti noi: la capacità di benedire e di essere benedetti”.