“La strada di chi, magari senza nemmeno rendersene conto, usa il Signore per promuovere sé stesso; di chi – come dice San Paolo – cerca i propri interessi e non quelli di Cristo” non è “la strada di Gesù, è un’altra strada”. È il monito del Papa ai nuovi cardinali, nell’omelia della Messa per il suo settimo Concistoro, celebrata nella basilica di San Pietro con alcune restrizioni rese necessarie dall’emergenza sanitaria in corso. Passione, morte e risurrezione: “Questa è la strada del Figlio di Dio. La strada del Servo del Signore”, ha ricordato Francesco: “Gesù si identifica con questa strada, al punto che lui stesso è questa strada. ‘Io sono la via’. Questa via, non un’altra”. È questo che Gesù rivela a Giacomo e Giovanni, “ma in realtà a tutti gli apostoli”, a proposito di ciò che sarebbe dovuto accadere a Gerusalemme. “Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”, è invece il “desiderio” che i due discepoli rivelano al loro Signore: “Questa è un’altra strada. Non è la strada di Gesù, è un’altra”, il commento del Papa, che ha rimandato al “discorso stupendo sui pastori” fatto da Sant’Agostino e contenuto nell’Ufficio delle letture. “Gesù, dopo aver ascoltato Giacomo e Giovanni, non si altera, non si arrabbia”, ha osservato il Santo Padre: “La sua pazienza è davvero infinita, anche con noi c’è stata, c’è pazienza e ci sarà. E risponde: ‘Voi non sapete quello che chiedete’. Li scusa, in un certo senso, ma contemporaneamente li accusa: ‘Voi non vi rendete conto che siete fuori strada’”.