“Anche quest’anno ci prepariamo a celebrare il “tempo di Avvento” per vivere l’attesa della venuta di Gesù. L’attesa è particolarmente diversa a causa di questo lungo e prolungato tempo di incertezza, di paura, di morte che la pandemia sta seminando nel mondo intero”. Lo scrive l’arcivescovo di Matera-Irsina, mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, nella sua lettera ai fedeli per l’Avvento, riferendosi a un’attesa che è quella di “chi sa che senza Dio, nonostante si rimanga immuni o si guarisca, l’esistenza perde senso, i rapporti umani si spezzano, le distinzioni si accentuano, il bene comune lascia il posto a forme di egoismo e personalismi che escludono gli altri”.
Consapevole che a Natale “probabilmente mancherà l’atmosfera di festa fatta di luci, di colori, di cenoni, di incontri familiari”, l’arcivescovo evidenzia che “come i pastori di Betlemme, nelle grotte delle nostre case, saremo irradiati dalla Luce di Dio che brilla nelle tenebre di questo tempo”. Quello immaginato da mons. Caiazzo sarà un presepe “uguale in ogni angolo della terra, dove i personaggi e paesaggi consueti sono sostituiti: da camici bianchi di medici e infermieri bardati dalla testa ai piedi, da operatori sanitari e ambulanze; dalle forze dell’ordine e dai volontari attenti e presenti per le diverse necessità ed emergenze; dalle case di riposo per anziani dolorosamente visitate dal virus e dalla morte; dalle tantissime famiglie che improvvisamente hanno avvertito la presenza del Covid-19 che, senza bussare, è entrato nelle loro case e li ha privati per sempre dei loro familiari; dalle chiese sempre aperte per pregare, partecipare all’Eucaristia, accogliere quanti richiedono sostegno; dai tanti esercenti che vivono l’attesa di riprendere il loro consueto lavoro”. Infine, l’invito in questo tempo di Avvento a “riscoprire la bellezza della preghiera, a meditare la Parola di Dio, a fare gesti di solidarietà”.