Pianura, Chiaiano, Rione Luzzatti e San Lorenzo-Vicarìa-Vasto: sono questi i quartieri delle 10 scuole di Napoli al centro del primo Patto educativo di comunità che è stato presentato a Napoli, da Save the Children e Dedalus, con la collaborazione di 17 organizzazioni civiche e del Terzo settore, l’Asl Na 1 centro (distretto 26, 28 e Open Point/ufficio socio-sanitario) e l’assessorato alla Scuola e all’istruzione del Comune di Napoli. Complessivamente saranno coinvolti circa 4.944 studenti di cui circa 1.773 già partecipano alle attività proposte dalle realtà aderenti al patto. La rete territoriale partenopea si attiva dunque per aiutare la scuola, e soprattutto le bambine e i bambini e le ragazze e i ragazzi, a superare compatti le difficoltà che prima con il lockdown, poi con le nuove misure restrittive a causa della pandemia, hanno colpito studenti, genitori e insegnanti.
“Stiamo affrontando una sfida educativa senza precedenti. Non possiamo aspettare di vedere, tra un anno, gli effetti della pandemia in termini di nuova dispersione scolastica. Dobbiamo agire subito, per scongiurare il rischio che anche un solo bambino, in questo anno scolastico così difficile, scompaia dal radar delle scuole. Il ‘Patto’ che oggi presentiamo non è solo un modo per mettersi, concretamente, al servizio delle scuole ma è anche un invito alla mobilitazione di tutti gli attori sociali per rafforzare e integrare l’offerta didattica, sostenere l’impegno educativo, senza lasciare da sole le scuole e le famiglie in questo impegno”, ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice programmi Italia-Europa di Save the Children.
Il Patto educativo di comunità agisce su quattro territori di Napoli in cui sono attive da anni le realtà che hanno proposto il documento. Qui la dispersione scolastica e la povertà educativa erano fenomeni da contrastare già prima dell’avvento del Covid-19.
“Il risultato di oggi viene da un percorso importante di co-progettazione territoriale che ha trovato nell’assessorato alla Scuola del Comune di Napoli e nell’impresa sociale Con i Bambini, pur su piani e con ruoli differenti, due importanti alleati sia sull’idea che la lotta alla povertà educativa non è accessorio ma presupposto allo sviluppo delle comunità e del territorio, sia nell’agire l’integrazione pubblico privato come ambito paritario, di gestione collettiva della responsabilità e della funzione pubblica”, ha commentato Andrea Morniroli, della cooperativa sociale Dedalus.
“Questa iniziativa centra in pieno l’obiettivo per il quale stiamo lavorando: convincere la pubblica opinione e le istituzioni, attraverso concrete realizzazioni, che per combattere la povertà educativa minorile, probabilmente la più grave patologia sociale del nostro Paese, bisogna costruire e qualificare comunità educanti capaci di fare rete, di attrarre e qualificare le migliori energie dei territori nei processi educativi e di inclusione”, ha concluso Carlo Borgomeo, presidente dell’impresa sociale Con i Bambini.