“Dobbiamo riprendere il senso dell’adorazione: adorare Dio, adorare Gesù, adorare lo Spirito Santo”. Il Papa ha concluso la catechesi dell’udienza di oggi, trasmessa in diretta streaming dalla biblioteca privata del Palazzo apostolico, con questo invito a braccio. “Dorare il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo”, ha proseguito ancora fuori testo: “Adorare, in silenzio: la preghiera di adorazione è la preghiera che ci fa riconoscere Dio come inizio e fine di tutta la storia. E questa preghiera è il fuoco vivo dello Spirito che dà forza alla testimonianza e alla missione”. “Leggendo gli Atti degli Apostoli scopriamo come il potente motore dell’evangelizzazione siano le riunioni di preghiera, dove chi partecipa sperimenta dal vivo la presenza di Gesù ed è toccato dallo Spirito”, ha sottolineato Francesco: “I membri della prima comunità – ma questo vale sempre, anche per noi oggi – percepiscono che la storia dell’incontro con Gesù non si è fermata al momento dell’Ascensione, ma continua nella loro vita. Raccontando ciò che ha detto e fatto il Signore, l’ascolto della Parola, pregando per entrare in comunione con lui, tutto diventa vivo. La preghiera infonde luce e calore: il dono dello Spirito fa nascere in loro il fervore”. L’opera dello Spirito nella Chiesa, ha spiegato il Papa, è “ricordare Gesù. Gesù stesso lo ha detto: lui vi insegnerà e vi ricorderà. Ricordare Gesù, ma non come un esercizio mnemonico. I cristiani, camminando sui sentieri della missione, ricordano Gesù mentre lo rendono nuovamente presente; e da lui, dal suo Spirito, ricevono la spinta per andare, per annunciare, per servire”. “Nella preghiera il cristiano si immerge nel mistero di Dio che ama ogni uomo e desidera che il Vangelo sia predicato a tutti”, ha fatto notare Francesco: “Dio è Dio per tutti, e in Gesù ogni muro di separazione è definitivamente crollato: come dice san Paolo, lui è la nostra pace, cioè colui che di due ha fatto una cosa sola. Gesù ha fatto l’unità. Così la vita della Chiesa primitiva è ritmata da un continuo susseguirsi di celebrazioni, convocazioni, tempi di preghiera comunitaria e personale. Ed è lo Spirito che concede forza ai predicatori che si mettono in viaggio, e che per amore di Gesù solcano mari, affrontano pericoli, si sottomettono a umiliazioni. Dio dona amore, Dio chiede amore. È questa la radice mistica di tutta la vita credente. I primi cristiani in preghiera, ma anche noi che veniamo parecchi secoli dopo, viviamo tutti la medesima esperienza. Lo Spirito anima ogni cosa”. “La preghiera ti fa conscio di questo”, ha concluso il Papa, secondo il quale “solo nel silenzio dell’adorazione si sperimenta tutta la verità di queste parole”.