“La violenza contro le donne ci riguarda tutti. Siamo tutti insieme vittime di una degenerazione che offende i diritti umani e mortifica una crescita sociale costruita faticosamente in decenni di lotta contro le diseguaglianze e le discriminazioni. Ma di questa degenerazione siamo tutti involontari complici nella misura in cui non sappiamo offrire alle donne – alle donne violate, maltrattate, offese, abbandonate, dimenticate – reali opportunità di tutela e di affermazione personale”. Lo ha affermato il presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, in un videomessaggio all’incontro “Dalla parte delle donne. Il ruolo fondamentale dei centri antiviolenza” in occasione della Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne.
La seconda carica dello Stato ha chiesto un “impegno concreto” ad “immedesimarsi” nelle vittime, “nel senso – ha spiegato – di violazione, di solitudine, di vergogna, che segna il destino di tante, troppe, donne il tutto il mondo. Immedesimarsi in quella condizione di abbandono, marginalizzazione, discriminazione che inibisce il loro autentico potenziale”.
“Non c’è nulla che spaventi di più della forza, del coraggio, delle capacità multiformi di una donna”, ha osservato Casellati, secondo cui “troppo spesso, per comodità, debolezza, vigliaccheria, opportunismo, chi ha paura delle donne finisce per relegarle ai margini. Un sottile e perverso gioco dove la violenza fisica si accompagna a quella psicologica ed emotiva”.
Secondo il presidente del Senato, il contrasto alla violenza sulle donne parte da “quelle prospettive di autonomia morale ed indipendenza materiale che sono l’arma più potente contro ogni forma di martirio al femminile. Armi che si costruiscono lottando contro stereotipi e penalizzazioni, battendosi affinché nessuna emergenza, neanche una pandemia di portata globale, possa segnare un arretramento di fronte al cammino di emancipazione femminile”. “Questo è l’impegno comune che oggi dobbiamo insieme rinnovare”, ha ammonito: “Ognuno di noi, come padre o madre, fratello o sorella, amico o amica, può fare davvero molto perché ogni donna possa godere del diritto più grande: quello ad essere libera, ad essere semplicemente donna”.