Domenica 1° settembre

Sir 3,19-21.30-31; Eb 12,18-19.22-24; Lc 14,1.7-14

Gesù entra in ogni villaggio, nelle sinagoghe come nelle case private. Non rifiuta nemmeno l’invito di chi gli è nemico, perché è venuto per tutti. I farisei erano convinti che il loro modo di vivere fosse l’unico voluto da Dio. Per loro contava l’onore, cercavano i primi posti, si aspettavano i complimenti nelle piazze, esigevano la precedenza davanti e credevano di avere diritto ai primi posti. Per il Vangelo, all’opposto, vale l’umiltà che è lo stile di Dio e Gesù ne è il modello. Anche il cristiano, dunque…

L’umiltà è la misura vera dell’uomo, ma è anche la verità di Dio. Il Vangelo è portare gli uomini a somigliare a un Dio che è umile. Diceva Papa Benedetto XVI: "Non chiediamo lode, non vogliamo ‘farci vedere’, non è per noi criterio decisivo pensare a che cosa diranno di noi sui giornali o altrove, ma che cosa dice Dio. Questa è la vera umiltà: non apparire davanti agli uomini, ma stare sotto lo sguardo di Dio e lavorare con umiltà per Dio e così realmente servire anche l’umanità e gli uomini".

Il peccato, da quello di Adamo a quello di ognuno, è voler occupare il posto di Dio, credendoLo al primo posto. Ma Dio, in Gesù, ha scelto e vive all’ultimo posto. Chi lo ama lo cerca lì. L’ultimo posto è il migliore perché è vicino a Dio e Dio è umile, povero e piccolo, perché è amore. "Quando Giovanni dice e ripete nella sua prima lettera: Dio è amore, bisogna capire che l’amore non è un attributo di Dio che, foss’anche il primo, farebbe numero con gli altri suoi attributi. Ciò che afferma l’apostolo, è che l’amore è soggetto: dire Dio è dire Amore. Gli attributi di Dio, in conseguenza, sono gli attributi dell’amore: è l’amore che è onnipotente, sapiente, libero, buono e bello" (F. Varillon).

Agli invitati Gesù chiede di scegliere l’ultimo posto, a colui che invita chiede di scegliere gli ultimi. Il motivo è perché Dio fa così. L’amore non si fonda sull’essere ricambiati, perché è gratuito, grazia e misericordia. Lo scopo è la meta: il Signore. Alla fine (nella resurrezione) ci sarà la ricompensa, il vero passaggio dall’ultimo posto (la croce) al primo (la gloria).

Angelo Sceppacerca