Gen 14,18-20; 1Cor 11,23-26; Lc 9,11-17
Corpus Domini, il corpo di Gesù, l’Eucaristia. Dopo la Pasqua, il fuoco dello Spirito e il Mistero di Dio Trinità. L’Eucaristia la vedi, la mangi, ma non è un mistero minore, anzi.
Se uscissimo dalla vertigine del mistero che è l’Eucaristia, entreremmo in quella della banalità e dell’abitudine. Come si può essere innamorati banali? L’Eucaristia, la Messa, è il segno della presenza di Cristo che ci raduna ogni settimana e si dona nel segno del pane e del vino.
In questo deserto che è la vita, la folla ancora chiede pane, felicità, senso della vita. E Gesù si consegna, ogni domenica, alle nostre comunità. Pieghiamo il cuore davanti a quel pane che è tutto quanto ci occorre: lì, memoriale della morte in croce di Cristo, c’è tutto Dio che si consegna per amore. Madre Teresa disse un giorno: "Le nostre città muoiono di fame, le vostre città muoiono di fame d’amore". Quel pane ci è necessario. E dura una settimana. Potremmo dire al Signore, come gli apostoli: "Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta". Gesù risponderebbe anche a noi: "Voi stessi date loro da mangiare". Bastano cinque pani e due pesci.
Intanto abbiamo una preghiera da innalzare.
Signore Gesù, la tua presenza nell’Eucaristia
È la più grande
Ma è anche la più nascosta;
perfino più nascosta di quella sulla croce,
perché là si nascondeva solo la tua divinità,
ma qui si nasconde anche la tua umanità.
Invece più manifesta,
anzi a volte perfino trasparente,
è la tua presenza nei miracoli, nei santi,
nell’unità e nell’amore reciproco tra i credenti.
Suscita dunque in ogni comunità
famiglie cristiane esemplari,
come fuochi accesi che illuminano e riscaldano.
Fa che la Chiesa sia più famiglia
E la famiglia più Chiesa.
Allora sarà più facile credere in te,
perché gli uomini di oggi,
più che sentire parlare di te,
vogliono in qualche modo vederti. Amen
Angelo Sceppacerca