“Se, in questo momento, la nostra diocesi sembra meno violentemente attraversata della seconda ondata, i problemi di natura sociale, determinati, e ora aggravati dalle necessarie restrizioni, crescono di giorno in giorno, come pure la preoccupazione sempre più seria in ordine alla perdita del lavoro e alla sostenibilità delle imprese, particolarmente quelle di dimensioni più ridotte come pure quelle del commercio e del turismo”. È quanto scrive mons. Francesco Beschi, vescovo di Bergamo, nella lettera inviata alla diocesi in prossimità del nuovo anno liturgico. “Tutto questo alimenta sentimenti, di depressione, di sconforto e di rabbia, soprattutto di divisione, ostilità e diffidenza”, prosegue il presule: “è triste il dover riconoscere che alcuni, senza alcuno scrupolo e sensibilità al bene comune, cerchino semplicemente di approfittare e avvantaggiare se stessi e la propria parte”. Poi la “profonda e riconoscenza e sostegno nella preghiera e nella stima comunitaria a tutto il personale sanitario e di assistenza e a coloro che si adoperano nei servizi essenziali, anche i più umili”, con una “particolare attenzione nei confronti del mondo della scuola, che ancora una volta rivela il suo ruolo fondamentale nella vita sociale del nostro Paese e nella prospettiva educativa che apre al futuro delle nuove generazioni”. Per quanto riguarda le celebrazioni liturgiche, in questo tempo di pandemia Beschi raccomanda “prudenza e sobrietà”, le stesse ragioni che hanno portato alla chiusura provvisoria degli oratori e alla sospensione della catechesi in presenza.