“La crisi ha colpito tutti i settori della vita: un’economia in declino e molte aziende in bancarotta; il sistema sanitario con poche risorse, con gravi carenze; la realtà politica di una democrazia incompleta, che provoca risentimento sociale; un sistema educativo debole; la violenza aumentata. A questa situazione, di per sé complessa, si aggiungono le continue vicende del narcotraffico e della criminalità organizzata, delle ideologie anti-vita che seminano disperazione e discriminazione. Stanchezza, solitudine e disperazione aumentano quando mancano cibo e medicine”. È un quadro a tinte fosche ma aderente alla realtà, quello offerto dalla Conferenza episcopale messicana, nel messaggio al popolo di Dio, diffuso ieri a conclusione della propria Assemblea plenaria virtuale, firmato dal presidente, mons. Rogelio Cabrera López, arcivescovo di Monterrey, e dal segretario generale, mons. Alfonso Miranda Guardiola, vescovo ausiliare di Monterrey.
I vescovi, del resto, fanno notare che il virus “è arrivato in modo inatteso, mostrando la fragilità delle strutture del Paese. Dopo diversi mesi di prova, sembrava che il peggio della crisi fosse passato, che avessimo toccato il fondo e che stessimo tornando a una nuova realtà. Tuttavia, ogni giorno aumentano le infezioni e le morti: sono amici, parenti, fedeli, in molti casi persone che avevano una responsabilità familiare, sociale o pastorale”.
Nel messaggio si riconosce, tuttavia, che non mancano segni di speranza: “Queste ombre, se unite a Cristo risorto, si trasformano in segni di speranza”. È il caso di “tanti fratelli, come medici, infermieri, personale di pulizia, badanti, volontari, famiglie, aziende, sacerdoti, religiosi, diaconi, operatori pastorali”, che “prestano in circostanze di rischio e paura un servizio generoso in diverse attività”. In tal modo, “cresce la coscienza di essere una famiglia, una comunità, di essere sulla stessa barca e di aiutarci a vicenda”.
Conclude il messaggio della Cem: “Come pastori, vogliamo essere responsabili di camminare con te, popolo di Dio, che si aspetta da noi uno speciale coraggio profetico di fronte alle attuali circostanze del nostro Paese, e che vuoi vedere in noi un’umile e semplice testimonianza di autentica vicinanza”.