Sofia è la “capitale virtuale” dove si svolge il vertice dei Balcani occidentali nell’ambito del “processo di Berlino” con la co-presidenza della Bulgaria e della Macedonia del Nord. Infatti, all’evento promosso dall’Ue partecipano fisicamente solo il primo ministro bulgaro Boyko Borissov, appena guarito da Covid-19, e il suo omologo Zoran Zaev, mentre virtualmente sono collegati la cancelliera tedesca Angela Merkel e il commissario europeo per l’allargamento Olivér Várhelyi. Nel suo intervento, Várhelyi ha ricordato il cammino realizzato fino a questo punto e il summit precedente di Zagabria, sei mesi fa. Il quale ha posto l’accento sull'”integrazione economica regionale, costruita in base alle regole e standard europei creando le condizioni necessarie per portare la regione più vicino al mercato interno dell’Ue”. A suo avviso “il piano d’azione economico e di investimenti per i Balcani occidentali adottato oggi mira a garantire fino a 9 miliardi di euro di fondi”, capaci ad “aumentare il Pil della regione del 3,6%. Nel suo messaggio invece l’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell ha ribadito che “il futuro dei Balcani occidentali è nell’Ue”. “La cooperazione regionale dovrebbe – ha aggiunto – superare l’eredità del passato e costruire un futuro migliore”. “È un segnale – ha affermato l’Alto rappresentante – per i giovani che prendiamo le loro aspirazioni per una società verde, pacifica, giusta e prosperosa”. Il “processo di Berlino” riunisce i sei partner dei Balcani occidentali e nove Paesi membri dell’Ue, tra cui l’Italia.