“L’Unione europea, che ha appena festeggiato il suo settantesimo anniversario, è colpita dalla crisi più profonda della sua storia. L’Europa si sta confrontando con una pandemia che sta mettendo a dura prova la sua prosperità. Il Covid-19 è una sfida globale”. Lo ha affermato questa sera David Sassoli alla Fondazione Adenauer in occasione dell’anniversario della caduta del Muro di Berlino. “Se è vero, come suggeriva Jean Monnet, che l’Europa si costruirà affrontando le crisi che le si presenteranno, di certo la sfida del Covid è quella che più di ogni altra rende indispensabili risposte comuni. E non è un caso che già nel mese di marzo, dopo poche settimane di incertezza, l’Unione abbia assunto decisioni che rafforzano la sua azione. Scelte a suo modo storiche, se è vero che ancora a marzo era considerato un tabù parlare di bond europei e oggi possiamo rallegrarci per la bandiera europea issata a Wall Street in occasione dell’emissione dei bond per finanziare lo strumento dello Sure”. L’Unione europea, secondo Sassoli, serve a consentire azioni efficaci di governo dello spazio comune nel quadro del nostro sistema democratico. Nessuna nostra nazione avrebbe potuto affrontare questa sfida da sola. Nessuno potrà farlo in futuro, rispetto alla pandemia, alla sicurezza, all’immigrazione, alle questioni ambientali, alle crisi finanziarie che potrebbero colpire il nostro modello sociale. Unita nella solidarietà, dunque”.
Quindi il presidente del Parlamento europeo ha sottolineato: “Oggi possiamo commemorare l’anniversario della caduta del muro di Berlino con più fiducia. Il crollo di quel simbolo del totalitarismo è stato il trionfo del nostro modello, che trova la sua base politica nella democrazia e la sua base morale e giuridica nella difesa dei diritti delle persone e dei valori fondamentali. Per molto tempo abbiamo creduto che tutto questo fosse sufficiente per essere protetti e al riparo dalle dinamiche del mondo globale. Abbiamo pensato che quello che accadeva fuori dallo spazio europeo non sarebbe riuscito a metterci in crisi, a condizionarci. Le risposte alla crisi economico-finanziaria del 2008, invece, ci hanno resi ancora più esposti, perché le ricadute sulle finanze di molti Paesi europei e sulle conseguenti condizioni di vita dei nostri cittadini ci hanno fatto concentrare su noi stessi e hanno fatto perdere di vista l’utilità dell’Unione europea”.