Papa Francesco: messaggio per il 500° della prima messa in Cile, “vivere una fraternità che non esclude, non opprime, non ignora”

Foto Calvarese/SIR

“Vi siete preparati a lungo per questa festa speciale. Ma la pandemia, che affligge il mondo intero ed è causa di sofferenza e di morte per milioni di nostri fratelli e sorelle, vi impedisce di celebrare questo cinquecentesimo anniversario della prima Messa con atti liturgici di massa, come avreste desiderato”. È quanto scrive il Papa, nel messaggio inviato al vescovo di Punta Arenas, mons. Bernardo Bastres Florence, e a tutte le diocesi del Cile in occasione dei 500 anni della prima Messa in territorio cileno. “Anche in mezzo a queste limitazioni – prosegue Francesco – non c’è ostacolo che possa far tacere la gratitudine che germoglia dal cuore di tutti voi, figli e figlie della Chiesa pellegrina in Cile, che con fede e amore rinnovano il proprio servizio al Signore, con la sicura speranza che Egli continuerà ad accompagnarli nel cammino e nel divenire nella storia”. “Viviamo la celebrazione del mistero eucaristico, che ci unisce a Gesù, con spirito di adorazione e azione di grazia al Signore – l’augurio di Francesco – perché tra di noi è principio di vita nuova e di unità, che ci spinge a crescere nel servizio fraterno ai più poveri e diseredati della nostra società”. “Mi unisco spiritualmente a tutti voi, carissimi pastori e fedeli del santo popolo di Dio – conclude il Papa – nel ringraziamento al Signore, che nell’Eucaristia si fa ‘pane’ che sazia la fame più profonda di tutti gli uomini e le donne, esortando tutti con il suo amore a vivere una fraternità solidale e reale, che non esclude, che non opprime, che non ignora”.

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