I vescovi dell’Uruguay hanno rivolto ieri un appello alla patrona del Paese per la fine della pandemia e le sue conseguenze. Lo hanno fatto nell’ambito della celebrazione della Festa della Vergine dei Trentatré, che quest’anno si è svolta senza l’ampio afflusso di fedeli che di solito vengono al santuario nazionale di Florida da tutti gli angoli del Paese.
La messa è stata concelebrata dal card. Daniel Sturla, da tutti i vescovi del Paese, accompagnati da piccoli gruppi di fedeli di ciascuna diocesi, e dal nunzio apostolico in Uruguay, mons. Martin Krebs. A presiedere il rito è stato mons. Martín Pérez Scremini, vescovo di Florida, e l’omelia è stata affidata al vescovo di Tacuarembó, mons. Pedro Wolcan, che ha esortato a “uscire incontro all’altro, per offrire considerazione, stima, solidarietà, segni della fraternità che ci impegniamo a continuare a costruire con tutti i nostri fratelli, con quelli che incontriamo quotidianamente nel cammino della vita”. A mezzogiorno è iniziata la supplica alla Vergine dei Trentatré, guidata dal vescovo di Florida, dal card. Sturla e dal presidente della Conferenza episcopale uruguaiana, mons. Arturo Fajardo. “Sii la nostra guida, affinché troviamo e realizziamo le vie della giustizia e della vera pace, affinché, soprattutto, ci prendiamo cura dei poveri e di coloro che soffrono, affinché i più infelici siano i più privilegiati e tutti abbiano pane, tetto e lavoro”, hanno pregato i vescovi.
Durante il rito è stato letto il messaggio scritto dai vescovi venerdì, a conclusione della propria assemblea plenaria, dedicato a questo tempo di pandemia. “Abbiamo dovuto attendere per tante cose e dovremo ancora aspettare per altre. Alcune non torneranno, altre torneranno in un modo nuovo. C’è ‘un tempo per tutto’, ma è sempre il tempo di Dio; un momento in cui ci manifesta il suo amore e la sua presenza in modi diversi. È sempre il momento in cui è possibile amare. C’è sempre un gesto, un servizio, un atto d’amore che possiamo fare per gli altri”, scrivono tra l’altro i vescovi, mettendo in evidenza alcune speranze e preoccupazioni offerte da questo tempo. Tra quest’ultime, il sistema sanitario (che pure viene definito “buono, frutto dello sforzo di varie generazioni”), la precarietà lavorativa, il sistema scolastico, le attività pastorali. Il tutto in un contesto di minor preoccupazione rispetto ad altre realtà, dato che l’Uruguay è il Paese del Sudamerica dove il virus ha finora fatto sentire meno i suoi effetti, con 3.514 casi accertati e 62 decessi.