Attentato a Nizza: Amitié France Italie, appello ai Paesi del Mediterraneo per un incontro in città sull’enciclica “Fratelli tutti”

Nizza, ferita dal terrorismo, ma anche simbolo della fratellanza tra Francia e Italia, come sede di un incontro sull’enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco, aperto ai popoli e alle religioni del Mediterraneo, appena lo consentiranno le circostanze legate al Covid 19 che ha colpito severamente anche la Costa Azzurra. L’idea parte da Amitiè France Italie, l’associazione che raccoglie i francesi di origine italiana e gli italiani che vivono in Francia. “Lotta alla povertà, dialogo tra le religioni, pace sono i temi principali dell’enciclica” che “chiama direttamente in causa i popoli che si affacciano sul Mediterraneo con un grande appello al bene comune e alla fratellanza universale”, sottolinea Paolo Celi, presidente di Amitiè France Italie, ipotizzando che all’incontro possano intervenire i rappresentanti di Santa Sede, Chiesa cattolica e altre religioni anche alla luce del colloquio telefonico di ieri tra il presidente francese Emmanuel Macron e Papa Francesco che ripete sempre: “Bisogna costruire ponti e non muri”.
“Siamo sconvolti da quanto è accaduto e anche dalla successiva chiusura prudenziale delle chiese: tutto questo per noi è sconvolgente… per la Francia ma soprattutto per il popolo di Nizza ed ovviamente per noi italiani e franco italiani, che siamo molto numerosi, 5 milioni in Francia e il 50% della popolazione locale”, spiega Celi, che confida ai giornalisti il suo stato d’animo all’indomani della strage. “È stato il sindaco Christian Estrosi a telefonarmi subito dopo, lui era sul posto, per dirmi: ‘Paolo avvisa subito Papa Francesco…’, cosa che ho fatto”.
Riflettendo sulla difficile situazione nella quale Nizza è nuovamente precipitata, Celi sottolinea “l’urgenza di continuare gli incontri tra uomini e donne di religioni diverse in quello che è stato definito ‘lo spirito di Assisi’, cioè il dialogo tra le religioni e la ricerca della pace nel solco del cammino iniziato nel 1986 da Giovanni Paolo II che radunò nella città del Poverello i leader delle grandi religioni mondiali per un momento di preghiera che appena qualche settimana fa si è replicato a Roma, in Campidoglio”. “Prego – conclude – per la pace e Papa Francesco”.

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