Pandemia: la macchina della disinformazione si è rimessa in moto. Il duro monito di Mattarella

“Persino nel pieno di questa tragica pandemia si sentono voci che spingono a comportamenti irresponsabili e sospingono quanti vogliono sottrarsi alle responsabilità collettive”. Il presidente della Repubblica ha avuto parole molto severe per chi rema contro lo sforzo immane che la comunità nazionale sta compiendo per arginare la nuova fase acuta dei contagi. Un atteggiamento che si manifesta anche con interventi pubblici – seguiti spesso da repentini ribaltamenti in base all'opportunità politica del momento – ma che percorre anche strade più subdole

(Foto ANSA/SIR)

“Persino nel pieno di questa tragica pandemia si sentono voci che spingono a comportamenti irresponsabili e sospingono quanti vogliono sottrarsi alle responsabilità collettive”. Il presidente della Repubblica ha avuto parole molto severe per chi rema contro lo sforzo immane che la comunità nazionale sta compiendo per arginare la nuova fase acuta dei contagi. Un atteggiamento che si manifesta anche con interventi pubblici – seguiti spesso da repentini ribaltamenti in base all’opportunità politica del momento – ma che percorre anche strade più subdole.

“La società della comunicazione immediata ci mette a disposizione conoscenze fino a ieri inaccessibili – ha detto ancora Mattarella – ma talvolta ciò può anche disorientare e taluno finisce nel tunnel delle false notizie, delle dicerie, della perversa volontà di ingannare con la disinformazione”.

Fa venire i brividi il dato rilevato da Ilvo Diamanti secondo cui quasi il 40% degli italiani non avrebbe intenzione utilizzare il vaccino contro il Covid quando finalmente avremo a disposizione questo prezioso strumento per cui scienziati di tutto il mondo stanno lavorando giorno e notte. Soltanto il terrorismo ideologico diffuso intorno ai vaccini può spiegare un dato del genere.Del resto anche il Papa, nella nuova enciclica sociale, è tornato ancora una volta a sottolineare il pericolo di “meccanismi di manipolazione delle coscienze e del processo democratico” attraverso pratiche organizzate di disinformazione. Perché di questo si tratta.

In questi giorni in cui l’andamento dei contagi ha raggiunto nuovamente livelli allarmanti, e in puntuale concomitanza con le tensioni sociali strumentalizzate da gruppi estremisti e criminali, la macchina della disinformazione per delegittimare le autorità dei Paesi occidentali ha ripreso a girare a pieno ritmo.

In Italia sono nel mirino il Governo e il presidente della Repubblica, di cui evidentemente si coglie il ruolo fondamentale nella tenuta del sistema democratico. Ciò avviene in un contesto internazionale profondamente segnato dal Covid ma in fibrillazione anche per l’imminente appuntamento con le elezioni americane. Negli Usa il tema dell’influenza politica delle campagne disinformative è stato al centro di un dibattito fortemente polemico – e anche di indagini parlamentari – soprattutto in rapporto all’elezione di Trump nel 2016, e si è riacceso nella campagna per le presidenziali di quest’anno. Siti o profili riconducibili più o meno direttamente all’area russa sono stati individuati come la fonte principale delle notizie false e degli attacchi. E’ così anche sul fronte europeo.
Era già accaduto al tempo della prima ondata della pandemia, tanto che all’inizio di marzo la Commissione di Bruxelles aveva istituito un’apposita task force per fronteggiare la cosiddetta “infodemia”, la diffusione sistematica e massiccia di notizie false in campo sanitario. Si era attivato anche il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, e a maggio aveva elaborato un primo rapporto sulla situazione italiana. Adesso la recrudescenza del fenomeno lo ha riportato all’attenzione del Comitato e ovviamente dei servizi di sicurezza. Non è difficile immaginare che se ne sia parlato anche nella riunione del Consiglio supremo di difesa, che si è riunito al Quirinale: uno dei punti all’ordine del giorno era “conseguenze dell’emergenza sanitaria sugli equilibri strategici e di sicurezza globali”. Nel comunicato finale della riunione, presieduta dal Capo dello Stato, si legge che “l’emergenza sanitaria ha prodotto una crisi globale con conseguenze di natura sociale ed economica che rischiano di accentuare la conflittualità in diverse aree del mondo” e quindi “è indispensabile un rilancio del multilateralismo, della solidarietà e della cooperazione in tutti i campi”. E pensare che, secondo quanto riferito da un membro del Copasir, Enrico Borghi, in questi giorni sono stati messi in circolazione tweet in cui la riunione al Quirinale veniva presentata come propedeutica a una dichiarazione di guerra dell’Italia…

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