Sono 13 le suore pianzoline di Mortara che sono morte dopo aver contratto il coronavirus, il 23.6% delle contagiate. Lo comunica l’Ats di Pavia, secondo cui “delle 55 suore risultate positive, 13 sono decedute, 27 sono ricoverate presso le strutture del territorio e le restanti 15 sono in isolamento presso il centro sociale”. Il focolaio è scoppiato a metà ottobre nel centro “Padre Francesco Pianzola”, che si trova nel comune pavese e che ospitava le consorelle anziane della congregazione delle suore missionarie dell’Immacolata Regina Pacis – le altre vivono in un convento che ha una sede diversa – alcune già allettate o con un quadro clinico severo. Su 56 ospiti, 55 sono risultate positive al tampone per il Sars-CoV-2, facendo emergere un focolaio che è il più grande rilevato in provincia di Pavia e che ha coinvolto anche 14 dei 23 operatori della struttura, una situazione compromessa che ha spinto l’Ats a intervenire inviando immediatamente le Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) ovvero un’equipe di due medici specializzata nella gestione del Covid-19 che interviene a domicilio e ha la possibilità di effettuare tampone, ossimetria ed ecografia polmonare sul posto, e a disporre il trasferimento delle malate più gravi in altri centri sanitari del territorio, sia perché non era più possibile assicurare l’assistenza in loco sia perché le pazienti necessitavano di una sorveglianza sanitaria continua. “Non c’è stato alcun campanello d’allarme – aveva spiegato all’indomani della scoperta del focolaio il direttore generale di Ats Mara Azzi – fino a quando non si sono manifestati i sintomi in contemporanea in più persone”. Nonostante la procedura messa in atto dall’autorità sanitaria, la situazione resta grave: al momento 15 suore, quelle il cui stato di salute è migliore, sono rimaste a Mortara, mentre delle 27 ricoverate alcune sono in gravi condizioni.