Di fronte alle proteste che si vedono nelle piazze italiane contro le misure anti contagio “bisogna cambiare schema di gioco”. Lo sostiene in un’intervista al Sir il sociologo Maurizio Fiasco, che chiarisce: “Ci vuole una coesione politica. Ci vuole che gli uomini di scienza, i media, la politica, maggioranza e opposizione adottino un comune codice. È necessario che ci sia un grande contenitore di responsabilità che prevalga su tutto il resto”. Responsabilità necessaria anche verso quei “cinque o sei milioni di famiglie che provano per la prima volta nella loro esistenza l’amara condizione di debitore insolvente”: “Questo – spiega l’esperto – attiva uno sconvolgimento psicologico, mortificazione, rabbia. Anche se non vanno in piazza, queste famiglie soffrono. A loro più che il sussidio, i contributi e i ristori andrebbero date procedure per l’affrancamento dallo stato di debitoria insolvenza. Se questa situazione debitoria rientra velocemente l’attuale condizione resta come un brutto sogno, se persiste c’è la trasformazione di persone normali in persone in sofferenza cronica, persone che non attivamente ma anche solo con il loro orientamento possono dare il consenso alle proposte più eversive, più estreme”.
Per uscire dalle difficoltà attuali serve “la costruzione di un noi partecipato, morale e responsabile”. Fiasco ricorda: “Oltre agli atti violenti, c’è un disimpegno morale che anche se non si esprime in maniera eclatante si osserva. Si stanno creando dei dualismi tra garantiti e non garantiti”. Infatti, “non tutti hanno sofferto allo stesso modo”. Allora, “potrebbe essere questa l’occasione per risolvere questo dualismo integrando gran parte dei non garantiti e responsabilizzando i garantiti. Ma qui si ritorna nella costruzione di un noi, della partecipazione, del ritrovare la coesione”.