Inizia oggi alla Camera l’esame e il voto del testo unificato (rel. on Zan) contro l’omotransfobia. Il Centro studi Livatino e l’associazione “Non si tocca la famiglia” hanno elaborato il documento “Testo unificato Zan omotransfobia: pericoloso per l’educazione e l’insegnamento”, con cui illustrano perché quell’articolato “mette a rischio la libertà di insegnamento, il primato educativo dei genitori e l’istruzione dei minori”.
Avendo l’obiettivo dichiarato di contrastare le discriminazioni “per motivi legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale e all’identità di genere”, in realtà, secondo gli estensori del documento, il testo unificato ha lo scopo di “favorire l’ideologia gender, che nega la dimensione sessuata dell’essere umano e considera la naturale differenza fra uomo e donna una mera ‘costruzione sociale”’. Non a caso la proposta di legge parla di “identità di genere”, espressione che “indica il senso di appartenenza di una persona a un genere col quale essa si identifica a seconda di come si percepisce in un dato momento (fluidità del genere)”. “Con questo testo unico – si chiede il documento – sarà ancora possibile per i genitori astenersi da percorsi educativi non condivisi, come riconosceva la nota Miur del 18 novembre 2018 sull’uso del consenso informato preventivo? Gli insegnanti saranno liberi di affermare che uomini e donne sono uguali in dignità, ma biologicamente diversi? Genitori ed insegnanti potranno ancora esprimere la propria opinione, per esempio, sull’opportunità che un bambino cresca con due figure genitoriali di sesso diverso?”. E infine: “Quali conseguenze potrebbero avere queste limitazioni sul percorso di formazione dei minori?”.