“Lo Stato italiano dichiara con proprio atto ufficiale il costo minimo per studente per i singoli livelli scolastici (infanzia 5.278 euro, scuola primaria 5.704 euro, scuola secondaria di I grado 6.348 euro e scuola secondaria di II grado 6.694 euro). Per le scuole paritarie che chiedono una retta ‘simbolica’ inferiore a questi parametri, si è innescato un processo di indebitamento che, quando non controllato, ha portato al collasso e alla chiusura moltissime realtà”. Lo afferma suor Anna Monia Alfieri, religiosa delle Marcelline e membro della Consulta di pastorale scolastica e del Consiglio nazionale scuola della Cei, intervenendo sulla questione scolastica e specificando che per ogni alunno che frequenta la scuola paritaria lo Stato riconosce solo 752 euro. “Se non cambia il sistema in futuro la scuola paritaria non potrà non pensare a rette inferiori a 5.500 euro, pena la perdita definitiva del pluralismo educativo”, commenta osservando che non è “un Paese civile quello che esclude dalla scuola i disabili”. Secondo la religiosa, lo Stato italiano destina loro 5 miliardi, cioè 20mila euro per ciascun allievo. “Perché – si chiede – alla famiglia del disabile, se sceglie la scuola paritaria, il finanziamento è ridotto a 1.700 euro? Chi paga la differenza?”. In due anni, “qualora a partire dalla prima occasione utile (che è la Legge di Bilancio) non si decidesse di rivedere le linee di finanziamento del sistema scolastico italiano, il futuro prossimo sarà una scuola statale sempre più fallimentare e una scuola paritaria che, per poter esercitare il suo ruolo pubblico, dovrà chiedere rette non inferiori a 5.500 euro” costringendo le famiglie a enormi sacrifici oppure a rinunciare.