“Sono molto contento del movimento che va andando verso lo ius culturae perché quando un ragazzo ha assimilato la nostra cultura perché non deve essere uno dei nostri?”: sono le parole a braccio del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, durante l’omelia oggi a Roma a conclusione della campagna della Chiesa italiana “Liberi di partire, liberi di restare”. “Non è facile tirarsi dietro tutti in questa mentalità evangelica – ha aggiunto – ma è uno degli sforzi grandi che dobbiamo fare anche in tempo di Covid”. La campagna è stata “un’occasione preziosa non solo per la nostra Chiesa, ma per tutta la società, che ha profondamente bisogno di agire concretamente e con giustizia e di avere informazioni corrette, riconoscendo non solo la complessità dei problemi riguardanti le migrazioni, ma anche ricordando a tutti che i migranti sono un valore e un tesoro per le città e i paesi”. In questi tre anni di cammino, ha ricordato, la campagna “ha visto protagonisti i migranti e, insieme a loro, operatori, volontari, religiosi, religiose, sacerdoti e laici, in Italia e all’estero” attraverso tanti progetti avviati nei Paesi di partenza dei flussi migratori, di transito e di arrivo. “Si è trattato – ha concluso – di un lungo cammino di condivisione di storie e di iniziative che hanno cercato di gettare uno sguardo e porgere l’aiuto possibile sul vasto fenomeno delle migrazioni, che interessa da sempre il bacino del Mediterraneo, ma che ormai è divenuto un fenomeno planetario, con milioni di persone in tutto il mondo che sono alla ricerca di una vita migliore”.