La vittoria sulla pandemia passa dalla solidarietà sociale. Non come imperativo etico ma come necessità per rilanciare la logica del “noi”, scalfire le disuguaglianze e provare a ricostruire, in un’alleanza che va dai giovani agli anziani, una nuova idea di benessere condiviso. È il messaggio corale uscito dall’incontro-dibattito “Un nuovo cantiere per combattere la pandemia da Covid-19. La solidarietà sociale”, proposto dalla diocesi di Trento e dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari ieri pomeriggio, al Polo Vigilianum di Trento, anche in diretta streaming. Principali interlocutori, rammenta una nota diffusa oggi dalla diocesi, l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi e Marco Trabucchi, presidente dell’Associazione italiana di psico-geriatria.
Mons. Tisi ha ricordato i giorni più acuti della pandemia come “forieri di una ripartenza nel segno della solidarietà, poi svanita per lasciare posto alla conflittualità”. Rileggendo il concetto di “solidarietà” come “fraternità”, il presule ha evidenziato: “La fraternità non è impegno etico, ma l’unica opportunità che abbiamo per dare qualità all’umano. Non abbiamo alternative: l’altro non è il mio competitor ma la mia necessità, la mia libertà”. “Il samaritano – aggiunge – è Gesù Cristo, volto di Dio, che innesca un sistema di fraternità. Se vogliamo vincere il Covid dobbiamo attivare un percorso di sistema. Non abbiamo bisogno di leader solitari. L’augurio è che la pandemia venga affrontata in maniera sinergica, mettendo insieme le generazioni, ma anche passando dallo schema competitivo a un nuovo sistema dove convertiamo anche l’economia. L’accumulatore di denaro è un uomo patetico. Se il denaro diventasse strumento per creare servizi e opportunità ne guadagnerebbero tutti e avremmo un mondo migliore”.
“Viviamo nell’incertezza e il Covid ha peggiorato le criticità sociali già esistenti”, ha ammesso lo psico-geriatra Marco Trabucchi, per il quale “la costruzione di solidarietà sociale diventa inderogabile. Credo che una comunità solidale verso i vecchi, prima e dopo Covid, possa costituire la differenza, pur di fronte alla crisi dei servizi e all’incertezza della politica”. E ha concluso: “La solidarietà sociale fa bene a chi si impegna e dà senso alla persona che la dona, ma è molto importante anche per chi la riceve. Una parola scambiata vale più della cura del colesterolo: lo dice anche la letteratura scientifica. Dobbiamo permettere alla persona anziana di vivere una vita di significato, più serena e concretamente più lunga”.