Salesiani: Torino, aperto il Museo Casa Don Bosco. Don Artime, “qui c’è stata una scuola di umanità e di santità”

È stato inaugurato solennemente a Torino-Valdocco, con tre giorni di eventi, nello scorso fine-settimana, il Museo Casa Don Bosco.
Al posto delle “Camerette di Don Bosco”, dove si poteva osservare la presenza di Don Bosco a Valdocco, oggi i visitatori possono conoscere nei dettagli la realtà della Tettoia e di Casa Pinardi, il primo insediamento dell’Oratorio di Don Bosco. “Qui, in questi ambienti, è nata una pedagogia che ha cambiato la vita dei ragazzi di Don Bosco, qui sono passate 11 persone che oggi la Chiesa riconosce come venerabili, beati o santi: questo vuol dire che Valdocco è stata una scuola di umanità e di santità e noi vogliamo trasmettere questo patrimonio al mondo”, ha detto il rettor maggiore, don Ángel Fernández Artime, nella conferenza stampa di presentazione del nuovo museo.

Sempre don Artime ha poi comunicato che, nell’ottica di valorizzazione di Valdocco come custode della memoria storica salesiana, i documenti più importanti delle origini della Congregazione saranno trasferiti dall’Archivio centrale al Museo Casa Don Bosco. La seconda giornata, sabato 3 ottobre, è stata invece dedicata alle autorità istituzionali. Oltre al rettor maggiore sono intervenuti anche i responsabili dei lavori architettonici e dei progetti museografico e museologico. Nella giornata di domenica 4, infine, dopo l’Eucaristia presieduta da don Artime nella basilica di Maria Ausiliatrice, è avvenuta l’apertura al pubblico del “Museo Casa Don Bosco”.

“Abbiamo cercato di rappresentare questo lungo percorso di santità giovanile, a partire dal 1846, all’interno del Museo Casa Don Bosco che è stato inaugurato in questi giorni grazie all’ingegno e alla passione degli ideatori e delle maestranze che vi hanno lavorato. La comunità salesiana di Valdocco è lieta di mettere a disposizione di tutti voi e del mondo intero questa perla preziosa che testimonierà la grandezza di Don Bosco, della prima comunità salesiana e del coraggio di innumerevoli giovani ed educatori che stano continuamente guardando a questo padre e maestro dei giovani”, ha affermato nell’occasione don Cristian Besso, responsabile, insieme alla direttrice del Museo, Stefania De Vita, del progetto museologico. Quindi, il rettor maggiore ha effettuato il simbolico taglio del nastro, affiancato da madre Yvonne Reungoat, madre generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e dal suo predecessore alla guida della Congregazione, don Pascual Chávez.

L’intervento progettuale ha mirato, attraverso un lavoro di restauro conservativo, a raccontare la storia degli edifici. Particolarmente fedele alle origini è il piano interrato, pervaso da una luce naturale, che si connette direttamente con la stanza del trapasso di Don Bosco.

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