“La vita è l’arte dell’incontro, anche se tanti scontri ci sono nella vita”. Nella “Fratelli tutti”, il Papa cita una canzone di Vinicius de Moraes per riaffermare la sua concezione della società come “poliedro” ed esortare a riscoprire la virtù della gentilezza, simbolo della “cultura dell’incontro”. “Il poliedro rappresenta una società in cui le differenze convivono integrandosi, arricchendosi e illuminandosi a vicenda, benché ciò comporti discussioni e diffidenze”, ricorda Francesco: “Riconoscere all’altro il diritto di essere sé stesso e di essere diverso”, è uno dei pilastri della “cultura dell’incontro”, senza il quale non è possibile “dar vita a un patto sociale” e si generano dorme “visibili” o “più subdole” di violenza. “Quando una parte della società pretende di godere di tutto ciò che il mondo offre, come se i poveri non esistessero, questo a un certo punto ha le sue conseguenze”, il monito del Papa: “Ignorare l’esistenza e i diritti degli altri, prima o poi provoca qualche forma di violenza, molte volte inaspettata”. “La pratica della gentilezza non è un particolare secondario né un atteggiamento superficiale o borghese”, puntualizza Francesco: “Dal momento che presuppone stima e rispetto, quando si fa cultura in una società trasforma profondamente lo stile di vita, i rapporti sociali, il modo di dibattere e di confrontare le idee. Facilita la ricerca di consensi e apre strade là dove l’esasperazione distrugge tutti i ponti”.