L’”ossessione di ridurre i costi del lavoro, senza rendersi conto delle gravi conseguenze che ciò provoca, perché la disoccupazione che si produce ha come effetto diretto di allargare i confini della povertà”. È uno degli effetti della “cultura dello scarto”, stigmatizzata ancora una volta dal Papa nella “Fratelli tutti”. Lo scarto, inoltre, “assume forme spregevoli che credevamo superate, come il razzismo, che si nasconde e riappare sempre di nuovo”, denuncia Francesco, secondo il quale “le espressioni di razzismo rinnovano in noi la vergogna dimostrando che i presunti progressi della società non sono così reali e non sono assicurati una volta per sempre”. “Ci sono regole economiche che sono risultate efficaci per la crescita, ma non altrettanto per lo sviluppo umano integrale”, avverte il Papa: “È aumentata la ricchezza, ma senza equità, e così ciò che accade è che nascono nuove povertà. Mentre una parte dell’umanità vive nell’opulenza, un’altra parte vede la propria dignità disconosciuta, disprezzata o calpestata e i suoi diritti fondamentali ignorati o violati”. Vittime, in particolare, le donne, che con crimini come la tratta – insieme ai bambini – vengono “private della libertà e costrette a vivere in condizioni assimilabili a quelle della schiavitù”. “Così come è inaccettabile che una persona abbia meno diritti per il fatto di essere donna – il monito del Papa – così è altrettanto inaccettabile che il luogo di nascita o di residenza già di per sé determini minori opportunità di vita degna e di sviluppo”.