Sabato 3 ottobre si celebra la “Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione”, istituita dal Parlamento in ricordo del naufragio occorso a Lampedusa nel 2013 in cui persero la vita almeno 368 migranti. Ma, ricorda in un comunicato l’ong Un ponte per (Upp), il 3 ottobre è anche il 109° anniversario dello sbarco del Regio Esercito a Tripoli, “atto con cui l’Italia sabauda iniziava la guerra di aggressione contro la Turchia e la colonizzazione della Libia. Due eventi solo apparentemente lontani”. “L’Italia, come tutte le altre potenze europee che si spartirono il mondo ed in particolare l’Africa e il Medio Oriente – rimarca Upp – dovrebbero riconoscere la responsabilità storica di essere tra le cause dell’attuale fenomeno migratorio”. “Non solo per umanità e solidarietà, ma per assumersi questa responsabilità, l’Italia e l’Europa – spiega l’ong – dovrebbero accogliere chi chiede asilo oggi e ancora di più dovrebbe agire con determinazione per riparare i danni causati, mettendo fine alle guerre con cui si stanno contendendo i Paesi dell’area, modificando i trattati commerciali diseguali che ne limitano lo sviluppo economico e smettendo le politiche di sostegno e compromesso con i regimi autoritari. Non c’è discontinuità tra la vergogna del colonialismo e l’innalzamento dei muri intorno alla fortezza Europa, tra la strage di Addis Abeba e quella di Lampedusa”. Un ponte per in occasione del 3 ottobre invita a “ricordare, insieme alle vittime delle migrazioni, tutte le vittime del colonialismo europeo, non per una volontà di guardare indietro, ma perché il riconoscimento di questo passato possa portare ad un cambiamento radicale delle politiche estere e commerciali europee verso i Paesi a sud del Mediterraneo”.