“Dozzine di bambini sono stati uccisi, mutilati e reclutati da gruppi armati in una recente ondata di violenza e disordini civili in Colombia, che sta lacerando famiglie e comunità, con un impatto duraturo sulle giovani generazioni”. Lo denuncia Save the Children, che segnala da gennaio nel Paese 65 massacri, in cui sono state uccise quasi 260 persone. “Nonostante si stia combattendo anche contro la pandemia di coronavirus, il livello di violenza è aumentato rapidamente, con il numero medio di massacri mensili raddoppiato da cinque nella prima metà dell’anno a undici negli ultimi tre mesi”, evidenzia l’ong, che ha raccolto alcune testimonianze.
“I guerriglieri hanno iniziato a spararci perché pensavano che fossimo soldati. Le persone si nascondevano ovunque potevano, ma non smettevano di sparare. Io e mio cugino siamo rimasti feriti e ci è stato permesso di salire su una barca per partire. C’era sangue ovunque e il mio cuore batteva all’impazzata. Non ho sentito dolore perché ero così spaventato. Mio cugino è morto sulla barca”, ha raccontato José David, 19 anni di Cauca. L’organizzazione afferma che “i bambini sono profondamente coinvolti da queste violenze e, secondo quanto riferito, sono molte le vittime tra i giovani e gli adolescenti”. “Ad agosto cinque ragazzi sono stati uccisi nel sud-ovest della Colombia, mentre stavano facendo volare aquiloni con i loro amici. Secondo Indepaz, la scorsa settimana almeno 25 persone sono state uccise nei massacri di Arauca, Cauca e Nariño, che si aggiungono a quello di Samaniego di due settimane fa, in cui sono morti otto giovani”.
Il picco di violenza coincide, secondo Save the Children, con un netto aumento del reclutamento e dell’utilizzo di bambini da parte di gruppi armati. “Il primo semestre del 2020 ha visto un aumento di cinque volte del numero di minori reclutati rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Questa tendenza, profondamente preoccupante, è in parte dovuta alla pandemia di coronavirus: con la chiusura delle scuole e di altri servizi di protezione, i bambini sono diventati un bersaglio più facile per i gruppi armati”.